venerdì 30 novembre 2012

Marisa quanto mi manchi (Marisa era/è la mia macchina, che ho lasciato in Italia, ovvio...Ciao, Marisa, mi manchi)

Poi c'è un'altra cosa che mi manca tanto, ma tanto, ma tanto.

Che è guidare.
Son qui da quasi quattro mesi e son quattro mesi senza toccare un volante (niente battute, grazie).

Che poi.
Prendere la patente, qui in Colombia è uno scherzo, proprio, mi hanno spiegato: paghi e te la mandano via posta.
Per dire, vabbè, infatti dovreste vedere certa gente che c'è in giro.

Poi invece le macchine costano tantissimo, molto più che in Italia, ma le fanno, tipo, con la carta velina, davvero, vabbè, quasi, ovviamente, era per dire.

No, ovvio, non ho nessuna intenzione di comprarmi una macchina, né la patente, che poi infatti con il traffico che c'è sarebbe comunque una mossa stupida. Inoltre con pico y plata non la puoi usare praticamente mai e quindi a che serve.

Però era solo per dire che una delle prime cose che voglio fare appena torno in Italia è un lungo lungo lungo giro in macchina.
Di notte, magari.

Argento vivo



giovedì 29 novembre 2012

Rimanere commossa, ma proprio commossa, in una sola semplice, lunghissima, terrificante, faticosissima, interminabile, giornata (di ieri) da:

- Juliana che mi aveva detto: domani non vengo a scuola, forse, perché operano mio cugino alla gamba. E io che le avevo detto: se domani non vieni, mi mancherai. E credo che se rimani a casa solo perché sei preoccupata ti perdi il meglio, perché la preoccupazione è comprensibile, ma non farà andare meglio o peggio l'operazione, mentre se tu domani a scuola vieni, tutto quello che vivi sarà un guadagno. Lei che il giorno dopo viene a scuola e mi dice: prof, non potevo non venire se c'era lei che mi aspettava.

- una telefonata via Skype bellissima, bellissima proprio, con un amico che poi c'erano anche degli altri amici ed è stata una sorpresa bellissima e dirsi le cose più vere che si vivono, in pochi minuti, anche con la connessione che fa schifo e, alla fine, capire che non sto perdendo niente ma sto guadagnando tutto cento volte tanto.

- Santiago (un mio alunno di terza liceo) che ieri sera mi scrive una mail per dirmi: sa, prof, a me piace scrivere e scrivo delle cose e non é che per caso domani posso portargliele e lei se a voglia le legge e mi dice cosa ne pensa? Sentire il cuore che fa le capriole perché la bellezza salverà il mondo (cit.) e io ho l'illustre privilegio di lavorare al Suo servizio tutti i sacrosanti benedetti giorni.

Oh, tutto questo in un giorno solo.
Poi ci son quelli che hanno il coraggio di dire che non succede mai niente, ma tu pensa, che assurdità.

mercoledì 28 novembre 2012

I colori, per favore, guardate i colori...



e-book vs cartaceo

Finalmente, dopo mesi costretta a leggere sull'ipad, finalmente - dico - ho di nuovo tra le mani un libro di carta stampata.

Primo perchè il mio ipad è ancora in convalescenza in Italia (torna questo fine settimana), secondo perché una ragazza italiana che ha vissuto qui 4 anni e ora torna in Italia ha messo in vendita tutti i libri che non poteva riportarsi a casa e quindi, finalmente, ho potuto comprare un libro, in italiano, con le pagine la copertina e tutto quanto, che era una cosa che mi mancava tantissimo ma proprio tantissimo, che lo sapete che io coi libri e così via.

Quindi ora sto leggendo un libro con le pagine.
Che poi, a dire la verità, non è che gli e-book siano poi così male: sono comodi, costano meno e ci si abitua, occhei.

Però vuoi mettere la carta tra i polpastrelli delle dita? L'odore dell'inchiostro stampato? le orecchie (piccolissime) per tenere il segno? La matita (leggera) con cui sottolineare una frase o un passaggio?

Quindi sono felice.

Tó, beccatevi questa



martedì 27 novembre 2012

no season

C'è questo aspetto che comincia a pesarmi: la mancanza delle stagioni.

Non esistono inverno, primavera, autunno o estate, in Colombia.
All'equatore niente stagioni.
Non ce la fanno, ad esistere.

La temperatura può anche cambiare parecchio nel corso della giornata.
Se esce il sole può anche far caldo e si sta in maglietta. Ma se arriva una nuvola possono servire anche sciarpe e calze di lana. Io, per dire, ho quasi sempre su un maglione di lana.

La notte si dorme col piumone, anche se nelle case il riscaldamento non esiste proprio.

Però le stagioni, quelle: assenti. Non pervenute.
Comincia a mancarmi l'inverno alle porte, la promessa dell'estate poi, il desiderio di nuovo del freddo ancora poi.
Da mesi, da quando son qui, sembra di essere sempre in un autunno indeciso e senza foglie secche che non ha la forza per trasformarsi in nient'altro.
I giorni sembrano uguali, identici, fortuna che ogni tanto piove.
E che le cose accadono.
Per cui non ti sbagli: lo sai che il tempo sta passando.

Però non avete idea della tenerezza e dello struggimento, ieri, quando una mia alunna mi ha detto di non aver mai visto la neve. Cioè, di non averla mai vista cadere.

Che dico: non si conosce la poesia fin quando non si vede la neve cadere.
Mi sbaglio?
No, che non mi sbaglio.

Man at work (enne)



lunedì 26 novembre 2012

Per la cronaca: il film si chiamava Argo e secondo me val la pena.
Ovviamente con la solita boria americana di fondo, ma racconta la storia vera di questi sei americani che fuggono dall'ambasciata presa d'assalto dai rivoluzionari fondamentalisti islamici in Iran, durante gli anni settanta.

Roba che ti tiene incollato alla sedia, insomma.

Val la pena.
Poi c'è Ben Affleck con la barba incolta e i capelli lunghetti che insomma, diciamocelo, ecco.Ci siamo capiti.


Senza parole



domenica 25 novembre 2012

Lo so che due volte in quindici giorni sembra quasi esagerato, dato che erano mesi che stavo a bocca asciutta.

Ma stasera torno al cinema.
Vado a vedere Ben Affleck.
Forse stavolta è un film vero.

evvai.

Nuvole appese ai lampioni



sabato 24 novembre 2012

Allora stamattina eravamo a scuola a consegnare i pagellini di metà quadrimestre.

Nella scuola in cui lavoro non c'è l'orario di ricevimento dei professori.
Cioè: i genitori li incontri solo se li convochi tu. In genere si convocano i genitori dei casi particolari, cioè, in sostanza, o degli studenti che vanno male o quelli che combinano qualche casino.

Gli altri genitori non é che hai molto modo di conoscerli, quindi.

Vabbè. Dato che sono coordinatrice della seconda liceo, oggi ho finalmente conosciuto tutti i genitori degli studenti di quella classe.

E per l'ennesima volta mi sono resa conto della grandezza e dell'importanza che ha, nel mio lavoro, conoscere le famiglie dei miei studenti, di tutti.

E non è una questione di famiglie brave o cattive, normali o disastrate (oggi ho visto davvero di tutto. E anche alcune situazioni familiari veramente complicate e decisamente problematiche).

Insomma, vorrei dire: é come vedere il mare.
Conoscere i genitori dei miei studenti é come quando si vede il mare: improvvisamente si rende di un'evidenza non trascurabile che l'infinito esiste. E merita il mio sguardo.


venerdì 23 novembre 2012

La macchina del tempo



Ricordatemi di non farlo mai più: chè ieri sera siamo state a cena con un gruppo di italiane.
Stupendo, ora vi racconto.

Solo che era una sera che il giorno dopo (oggi) si lavora.
Che poi sta settimana, per giunta si lavora anche domani che è sabato (sgrunt), che abbiamo la consegna dei pagellini di metà quadrimestre.

E, dicevo, siamo uscite a cena e abbiam fatto l'una di notte.
Che tu dici: eh, vabbè, che problema c'è?
Già, dici così perchè non ti ricordi che il giorno dopo la sveglia mica è alle sette o alle otto, è alle cinque e mezza, porcamiseria. (cinque e mezza, sottolineo).
E con 10 ore lavorative di seguito a prosecuzione.

Quindi, dicevo, ricordatemi di non farlo mai più, per favore.
Che oggi sono praticamente in coma.

Detto questo.
Siamo state a cena a casa di questa giovane donna italiana con altre più o meno giovani donne italiane.
Un gruppo piuttosto eterogeneo, non ho ancora capito bene come si è formato, comunque.
La padrona di casa è di Orvieto ed ha sposato un italiano che possiede tutti i centri Figurella del sudamerica, non so se rendo l'idea.
Avreste dovuto vedere la casa.
Comunque.

Poi c'erano un'altra serie di personaggi assortiti.
Tutte donne.
Tutte italiane.

A parte il fatto che abbiamo mangiato divinamente (e fino a scoppiare).
La cosa che mi ha sopreso e impressionato era l'eterogeneità delle persone presenti: una materana, due riminesi, una cremonese, io (milanese), una romana, una orvietana, una catanese...insomma, c'era tutta Italia o buona parte.
Ed era bello e sorprendente ritrovarsi a chiedere: e tu cosa ci fai qui, in colombia, a novemilanovecentoepassa chilometri dalla tua terra, dalla tua famiglia, dalle tue origini....?

Ritrovarsi ad ascoltare risposte così diverse, così uniche.

Rendersi conto dell'unicità che è ogni persona, ogni storia, ogni cammino.

Poi vabbè, ovviamente abbiamo riso come adolescenti a un pigiama party.

E comunque, davvero, ricordatemi di non farlo mai più.
Non in settimana.

giovedì 22 novembre 2012



Qualche giorno fa mi sono resa drammaticamente conto di un fatto, diciamo, sconcertante.
Annichilente.
Decisamente tragico.

Il fatto è: la scuola qui finisce il 7 Luglio (settediluglio).
A seguito di tale data c'è un'altra settimana di simpaticissime riunioni.
Questo significa che finisco attorno al 14 di Luglio (quattordicidiluglio).
E che quindi non potrò tornare in Italia prima del 15 o 16 (almeno) di Luglio. (quindiciosedicidiluglio).

Considerando poi che:
la scuola ricomincia attorno al 20-21 di Agosto.
e che si lavora in media 10-12 ore al giorno.

Alcuni dei pensieri conseguenti che immediatamente mi hanno invaso i pensieri sono stati:
1. ora capisco perchè la Colombia è il numero uno delle nazioni produttrici ed esportatrici di cocaina.
2. porcavaccamiseriapaletta.
3. come ci arrivo, io, viva, a Luglio?
4. ma quindi questo significa che a casa ci starò, se va bene, un mese scarso???
5.porcavaccamiseriapaletta.
6. uffa.
7. non ci posso credere.
8. non farò mai in tempo a vedere tutte le persone che vorrei vedere eccetera.
9 S.P.Q.C. (Sono Pazzi Questi Colombiani -cit., ovviamente)
10 e via dicendo.

insomma, tutta una serie di pensieri così che mi hanno gettato in uno stato oscillante tra lo sconforto, la rabbia, lo sconforto, la rabbia eccetera eccetera.

Poi a un certo punto ho guardato fuori dalla finestra.
E c'era un cielo, ma un cielo, ma un cielo, che non ne avete un'idea.
E io ero triste, ma triste, ma triste e sconsolata e arrabbiata.

Continuavo a guardare il cielo e pensavo: ma come può essere che un mio pensiero sul futuro, una preoccupazione (anche giusta, eh, porcamiseriavaccapalettaeccetera), vinca, in me, davanti a una bellezza così enorme e disarmante.

Allora mi sono lasciata vincere dal cielo.
Ho spalancato gli occhi e ho guardato più forte, più a lungo e più intensamente.
Ho desiderato che la bellezza e la grandezza che vedevo vincessero.

E hanno vinto.
A Luglio ci penserò a Luglio.
E in qualche modo si farà, come sto facendo ora, un giorno alla volta, un cielo alla volta.

Nel frattempo mi sono goduta quello spettacolo meraviglioso, ho lasciato che invadesse ogni angolo dei miei pensieri.
Affidare la tristezza alle cose grandi e colorate è un buon metodo.
Me lo devo ricordare.

(poi vabbè, dovrò fare una tabella excell e chi per caso volesse vedermi quest'estate la compila con giorno e orario di disponibilità eccetera e vediamo cosa si riesce a fare, eh.  non prometto niente, porcapaletta)

mercoledì 21 novembre 2012

Le soluzioni (geniali e provvidenziali)

Sono un genio.
E sono molto amata.

Il mio devoto e amorevole iPad in questo momento é in volo.
Direzione: Italia!

Il mio amico Juan(colombiano) é partito stamattina con suo figlio per trascorrere 10 giorni in Italia: suo figlio va a trovare i nonni (materni) e lui va al matching (si scriverà così?), per lavoro.

Così il piano é il seguente: il mio iPad vola a Milano, a. lo recupera (grazie grazie grazie), lo porta a far riparare in un Apple store come si deve (grazie grazie grazie), poi lo riporta a Juan (grazie grazie grazie) , il quale lo riporta da me.

Geniale, no?
Tra 10 giorni, se tutto va bene, dovrei riavere il mio tesssssoro (da pronunciarsi in modalità gollum) tra le mie affusolate mani fredde.

Evviva.

(Ed é un'assoluta evidenza, dalle mie parti , ormai, che davvero niente succede per caso. Niente)

martedì 20 novembre 2012

Londra (Bogotà) brucia



Se cliccate  Qui trovate il video che hanno realizzato per raccontare l'esperienza di Encuentro di Villavicencio, nel llano.

Ovviamente è in spagnolo.
Ma dai, che non è difficile e si capisce.

E poi a un certo punto ci sono anche io.
E Benny.
E altri.
E siccome alla fine i video che vi avevo promesso non sono riuscita a caricarli, almeno potete vedere i balli llaneri e via dicendo.


Le possibilitá



lunedì 19 novembre 2012

Quindi alla fine ieri siamo andate al cinema.
Vabbè, la verità é che alla fine io ci sono andata solo perché mi avevano detto che nel centro commerciale in cui c'era il multi sala, c'era anche una specie di i-center, che sono i fratelli poveri degli Apple store.

Ovviamente non era vero.
Cioè sí, ma non mi hanno potuto riparare niente e mi hanno detto che devo andare a Unilago.

Definisco Unilago: centro commerciale gigantesco, che si trova al sud, solo di negozi di informatica.
Bello, eh.
Il problema é che si trova al sud, cioè: non molto vicino a casa e in una zona non proprio sicura. Inoltre è uno di quei posti in cui se non vai con un colombiano è quasi sicuro che ti fregano sui prezzi eccetera.

Quindi Bho, vabbè, intanto domani chiedo a Jhonn e poi si vedrà.

Il film, per la cronaca, faceva ovviamente schifo: una ora e mezza di assoluto nulla (inquadrature dall'alto di gente che non fa assolutamente nulla se non guardarsi languidamente negli occhi, inquadrature di alberi, altra gente che si guarda negli occhi, altri alberi). Finalmente dopo un'ora e mezza di film c'é la battaglia (evvai), é perfino una battaglia quasi discreta.
Ovviamente va a finire in vacca anche quella.
No, veramente, risparmiatevi tempo e soldi, giuro. Tanto poi a Natale esce Lo hobbit e dovrebbe essere tutta un'altra storia, si spera.

Comunque.
Finalmente sono andata al cinema, di questo sono contenta.
E ho scoperto due cose:
- Uno: che in Colombia quasi tutti i film li danno in lingua originale, eventualmente coi sottotitoli, che non é mica male come cosa.
- Due: in qualsiasi posto del mondo ti trovi, se sei in un multisala, con dei pop corn tra le braccia, al fianco di amici e guardi un film americano...Bhe, per qualche momento ti sembrerà di essere a casa.
E questa é una bella sensazione.

Quasi stazione centrale



sabato 17 novembre 2012

AAA. cercasi cura miracolosa, sono un caso irrecuperabile

Avevo già provato qualche giorno fa con l'iPhone.

Nella fattispecie ci avevo versato sopra una tazzina di caffè.
Dopo qualche ora di smarrimento per cui l'iPhone ha creduto che io usassi degli auricolari-fantasmi, il fedele amico si é ripreso.

Ovviamente il mio istinto autodistruttivo non era soddisfatto.Così stasera é tornato all'attacco.


Questa volta la vittima designata é stato l'ipad (nuovo di zecca, comprato tipo due settimane prima di partire e fedelissimo e insostituibile strumento di comunicazione e lavoro di questi mesi).


Ovviamente questa volta il danno é stato non trascurabile.

Il sacro oggetto é infatti caduto di faccia, dal tavolo.
Funziona, miracolosamente, ancora.
Ma lo schermo é gravemente ferito.
Gravemente, sottolineo.

Il problema è che in questo paese drammaticamente dimenticato forse non da Dio ma sicuramente dal buon senso e dalla pop music non esistono gli Apple store.
Non.
Esistono.
Porca miseria.

Quindi.
Io ora verserò tutte le mie lacrime più amare per almeno un paio di giorni.

Poi il piano è il seguente: lunedì mattina supplicherò Jhonn (il responsabile informatico della mia scuola- n.d.a. ) di trovarmi una soluzione. Offro un rene in cambio.

[piesse: per le prime 4 o 5 ore dal terribile incidente ho provato a dirmi: ila, coraggio, non farne un dramma: é solo una cosa. Solamente una cosa. Ma non ha funzionato. É che non é vero: un iPad non é solo una cosa. É un iPad, porca miseria!]

[pipiesse: per consolarmi stasera Luz Angelica mi ha insegnato come si prepara un vero mojito. Una bomba. Se non riesco a riparare l'ipad posso dunque eventualmente darmi all'alcol]

(Mamma, sto scherzando, eh)

É la pioggia che va (cit.)



Stamattina, giusto perché è sabato e bisogna riposare, padre Marco (che è il prete della scuola) ha chiesto a Irene se potevo sostituirlo al catechismo per i bambini di quarta elementare che si preparano per la prima comunione.

Irene mi ha chiesto se l'accompagnavo.
Potete immaginare la mia gioia all'idea di dover madrugare (=svegliarsi presto) anche di sabato.

Sono state due ore di allegro delirio.

Io i bambini di otto anni li ho sempre guardati a distanza.
Da lontano sembrano così carini.
Poi mettine 25 tutti insieme in una classe.
Ecco.

Per fortuna ho scelto di fare l'insegnante dei grandi.
Non credo sarei sopravvissuta a lungo.

Prima stella a destra



venerdì 16 novembre 2012

Il segreto del mondo


Stamattina, venendo a scuola, guardavo la gente in giro.
Le bussete (autobus) piene zeppe di gente mezza ardomentata, le persone sui taxi, ai semafori o stipate sul transmillenium. Quelle in fila al semaforo per attraversare. Quelle che camminavano ai bordi della ferrovia.

Centinaia di migliaia di persone in giro per il mondo. E gli sguardi spesso tristi e le facce tirate e a volte la miseria a volte no, ma non era neanche quella.
Non era la misera a strigermi il cuore.

Era che pensavo: tutta questa gente non lo sa, porca miseria, non lo sa nemmeno, nella maggior parte dei casi, che desidera essere felice ed esserlo per sempre.

E guardavo e mi commuovevo e mi chiedevo: cosa mi rende diversa da loro? Sono diversa da loro?
E mi rispondevo: cavoli, sí. 

Io custodisco il segreto del mondo.
Lo custodisco in silenzio e accennando un sorriso appena percepibile.
E sorrido, perchè è per tutti.
Anche per chi ancora non lo sa.

Run run run



giovedì 15 novembre 2012

È da quando son qui che voglio andare al cinema.

È più di tre mesi che non vado al cinema.

Almeno una volta alla settimana dico alle mie coinquiline: cosa dite, questo fine settimana andiamo al cinema???
E niente. Mi ignorano.

Ieri Irene mi dice: oh, venerdì sera andiamo al cinema, abbiamo prenotato, vieni?

Immaginate pure i fiumi di andrenalina e serotonina che mi attraversano il sangue e i miei occhi farsi luminosi e brillanti e la mia voce tremula e incredula che sussurra: certo! Cosa andiamo a vedere?

Fatto?
Bene.
Ora immaginate pure la mia reazione alla risposta che si è presentata alle mie orecchie, che suonava esattamente così:
Come cosa andiamo a vedere??? È ovvio: il terzo episodio della saga di twilight!

[ora riuscite a intuire a cosa è sottoposto quotidianamente il mio sistema nervoso? Eh? Capite?]

Panoramiche



mercoledì 14 novembre 2012

Cose che non cambiano. Mai.

Ci son cose che non cambiano, davvero. Sono internazionali e attraversano i decenni e fors'anche i secoli senza fare una piega.

Stamattina, ad esempio, in una supplenza che avevo in prima media, ho assistito a una gara di aereoplanini di carta. Ovviamente ho dato il mio contributo, suggerendo, piegando, controllando l'assetto della meravigliosa creatura di carta.

Alla fine ha vinto quello di David, che, davvero, era stratosferico, che non l'ho fotografato perchè ero in classe e non potevo, ma, vi assicuro, era una vera opera d'arte, che aveva anche disegnato il suo logo sulle ali e gli alettoni e poi volava in maniera straordinaria: scivolava in alto, poi curvava a sinistra e planava a metri di distanza che era un piacere vederlo.

Che poi alla fine mi chiedevo: ma chi li avrà inventati, per primo, gli aereoplanini di carta?

Call my name

martedì 13 novembre 2012

lunedì 12 novembre 2012

De amicitia

Ieri sera abbiamo invitato un po' di studenti del liceo qui, che sotto casa abbiamo un salone grande, a vedere un film insieme.

Abbiam visto Quasi amici, che é un bellissimo film, secondo me.

Ho invitato Juliana.
Alla fine della serata si é avvicinata quasi in lacrime e mi ha detto:
Sai, durante tutto il film ho pensato alle amiche che ho conosciuto gli anni scorsi, le italiane, che ora sono tornate in Italia e a quanto mi mancano. Poi a un certo punto mi sono accorta che ero seduta di fianco a te. Che quando tu sei arrivata qui, io non ti volevo conoscere. Perché pensavo: andrà a finire come con le altre italiane. Che siamo diventate amiche, poi loro sono tornate in Italia e mi hanno lasciato qui sola e ora mi mancano. Mentre lo pensavo mi sono di nuovo accorta che tu eri seduta di fianco a me. E che noi stiamo diventando amiche. E che questo significa che anche se loro mi mancano questo vuol dire che non é vero che sono sola. Io non sono sola mai. Perché sempre mi viene regalato qualcuno. Per me questa ora sei tu.

Poi mi ha abbracciato.
E io ho pensato che aveva ragione.
E che per me era uguale: mi viene regalata Juliana e questo non toglie niente alla mancanza che sento dei miei alunni italiani, in questi giorni poi in maniera particolare, da dopo l'incidente. Ma rende molto evidente che non sono lasciata sola, mai.

La realtà di una sedia accanto alla tua, con seduta sopra una persona, è molto più grande, vera e forte di qualsiasi pensiero o percezione di sé.
Per fortuna la realtà c'é. Ed è la mia migliore alleata.

Nell'acqua

domenica 11 novembre 2012

La fine, per favore. Si potrebbe vedere la fine? (Cit.)

Stamattina sono andata in questo posto che si chiama Montserrat.
È un santuario che c'è sulle montagne attorno a Bogotà.
Oltre i tremila metri.
Ci si può andare a piedi ma noi abbiamo preso la funicolare, che alla teleferica c'era un sacco di gente.

Il posto era gremito di persone, all'inverosimile.
Ed era in altissimo.
Ho scattato alcune foto, che le vedete qui sotto.

La vista era impressionante.
Mi è tornato in mente il monologo conclusivo di Novecento, di Baricco.
Chè recitarlo davanti a quell'immensa distesa di case, che nemmeno è tutta Bogotà, perché è solo una parte, sarebbe stato incredibilmente perfetto.

Quindi ora ve ne riporto qui sotto uno stralcio.
Che se anche io con Baricco ho un rapporto complicato, di amore-odio-ammirazione-perplessità, comunque ci son cose che ha scritto che insomma, oggettivamente valgono la pena:

Tutta quella città...non se ne vedeva la fine.....
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine?
E il rumore
Su quella maledettissima scaletta...era molto bello, tutto...e io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c’era problema
Col mio cappello blu
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino ......
Non è quel che vidi che mi fermò
E’ quel che non vidi
Puoi capirlo, fratello?, è quel che non vidi....lo cercai ma non c’era, in tutta quella sterminata città c’era tutto tranne
C’era tutto
Ma non c’era una fine. Quel che vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu
Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni e miliardi
Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita
Se quella tastiera è infinita non c’è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio
Cristo, ma le vedevi le strade?
Anche solo le strade, ce n’era a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una
A scegliere una donna
Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di
morire
Tutto quel mondo
Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce
E quanto ce n’è
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla...



E, dico, io.
No. Nessuna paura.
Che viverla, tutta questa infinitudine, è l'avventura più grande che si possa sperare di vivere. Senza perdersi niente, senza perdersi il meglio.




Montserrate

sabato 10 novembre 2012

venerdì 9 novembre 2012

Elogio del venerdì

Se lavori in una scuola difficilmente ti rendi conto di cosa sia il venerdì e di conseguenza il sabato.
Che io ad esempio in tutti questi anni il sabato mattina ho sempre lavorato, che ho sempre avuto il "giorno libero" in mezzo alla settimana, di mercoledì, ad esempio, o di giovedì, che poi è anche utile, ti aiuta a spezzare e puoi andare in piscina la mattina che c'è poca gente o in banca o a pagare le bollette senza trovare troppa fila in posta e altre cose così.

Dunque quando amici vari arrivavano al venerdì e se ne uscivano con frasi di giubilo e apprezzamento nei confronti di questo giorno della settimana, io non capivo; tali manifestazioni di soddisfazione venivano accolte da parte mia con un tiepido sorriso di chi non capisce e anche è un po' invidioso, chè io, appunto, il giorno dopo invece al lavoro ci andavo.

In Colombia la scuola è dal lunedì al venerdì. Molte più ore al giorno di quelle in Italia, ma il venerdì è il venerdì e dopo è il week end.

Non ho mai apprezzato tanto questo giorno della settimana come da quando sono qui.



Sugli alberi le foglie

giovedì 8 novembre 2012

potete canticchiare anche voi e battere un piede per tenere il ritmo

Se cliccate Qui vi ho messo il link a una canzone bellissima, bellissima proprio, che secondo me è bellissima (lo ripeto) e anche il testo ora ve lo metto qui sotto con anche la traduzione perché è proprio bella e in questi giorni la canticchio spesso e poi voglio imparare a suonarla con l'ukulele.

Me gusta el olor que tiene la mañana
me gusta el primer traguito de café
sentir como el sol se asoma a mi ventana
y me llena la mirada
de un hermoso amanecer
me gusta escuchar la paz de las montañas
mirar los colores del atardecer
sentir en mis pies la arena de la playa
y lo dulce de la caña
cuando beso a mi mujer


se que el tiempo lleva prisa
pa' borrarme de la lista
pero yo le digo que

¡ay! que bonita es esta vida
aunque a veces duela tanto
y a pesar de los pesares
siempre hay alguien que nos quiere
siempre hay alguien que nos cuida



es bonita hasta la muerte 

con aguardiente y tequila
¡ayayayay! que bonita es esta vida
y aunque no sea para siempre
si la vivo con mi gente
es bonita hasta la muerte
con aguardiente y tequila

brindemos por la vida es linda
¡quiérela quiérela!

me gusta escuchar la voz de una guitarra
brindar por aquel amigo que se fue
sentir el abrazo de la madrugada

y llenarme la mirada
de otro hermoso amanecer

se
se que el tiempo lleva prisa
pa' borrarme de la lista
pero yo le digo que

¡ay! que bonita es esta vida
aunque a veces duela tanto
que a pesar de lo pesares
siempre hay alguien que nos quiere
siempre hay alguien que nos cuida

¡ayayayay| que bonita es esta vida
y aunque no sea para siempre
si la vivo con mi gente
es bonita hasta la muerte
con aguardiente y tequila

¡ayayayay| que bonita es esta vida
aunque a veces duela tanto
que a pesar de lo pesares
siempre hay alguien que nos quiere
siempre hay alguien que nos cuida
¡ayayayay| que bonita es esta vida
y aunque no sea para siempre
si la vivo con mi gente

Es bonita hasta la muerte con aguardiente y tequila.
 


 Che bella che è la vita
Mi piace l'odore che ha la mattina
mi gusto il rimo sorso di caffè
sentire come il sole si affaccia alla mia finestra
e mi riempie lo sguardo di una bella aurora
Mi piace ascoltare la pace delle montagne
guardare i colori del tramonto
sentire nei miei piedi la sabbia della spiaggia
e il dolce della canna quando bacio la mia donna
Mi piace ascoltare la voce di una chitarra
brindare per quell'amico che se ne è andato
sentire l'abbraccio delle prime ore del mattino
e riempirmi lo sguardo di un altra bella aurora
So, so che il tempo ha fretta
di cancellarmi dalla lista, ma io le dico che
Che bella è questa vita
anche se a volte fa tanto male
nonostante tutto sempre c'è qualcuno che ci ama
sempre c'è qualcuno che ha cura di noi
Che bella è questa vita
e anche se non è per sempre
se la vivo con i miei
è bella fino alla morte con acquavite e tequila
Mi piace ascoltare la voce di una chitarra
brindare per quell'amico che se ne è andato
sentire l'abbraccio delle prime ore del mattino
e riempirmi lo sguardo di un altra bella aurora
So, so che il tempo ha fretta
di cancellarmi dalla lista, ma io le dico che
Che bella è questa vita
anche se a volte fa tanto male
nonostante tutto sempre c'è qualcuno che ci ama
sempre c'è qualcuno che ha cura di noi
Che bella è questa vita
e anche se non è per sempre
se la vivo con i miei
è bella fino alla morte con acquavite e tequila
Che bella è questa vita
anche se a volte fa tanto male
nonostante tutto sempre c'è qualcuno che ci ama
sempre c'è qualcuno che ha cura di noi
Che bella è questa vita
e anche se non è per sempre
se la vivo con i miei
è bella fino alla morte con acquavite e tequila


La verità

La verità é che la vita mi appassiona, mi innamora, mi conquista.

La verità é che il dolore che si vive é come elettricità che scorre nelle vene, niente di più.

La verità é che tutto é bene, anche quando é un mistero che non capiamo e che ci risveglia alla vita. E che tutto é occasione, sempre.

Io allora oggi mi tengo il dolore per il mio alunno, che ancora non si sa bene come stará, tra le mani. E lo offro tutto, insieme alla fatica e a tutto ciò che mi aspetta nella giornata e che incontrerò.

E chiedo che tutto venga trasformato e approfondito e sia occasione perché il mio cuore impari ad amare più veramente e senza riserve.

Uomini altissssssimi

mercoledì 7 novembre 2012

Avrei voluto raccontarvi, oggi, della mia sveglia alle quattro di notte e delle imprecazioni per riuscire a iscrivermi al dannato concorso.

Di tutti i pensieri che mi hanno attraversato la mente, le imprecazioni, le lamentele e quant'altro.

Ma quando stamattina ho ricevuto la mail di un mio amico e collega italiano che mi avvisava dell'incidente in moto di un mio alunno di quinta, che ora é in ospedale in gravi condizioni, quello che é sopraggiunto é stato solo silenzio.

E preghiera.
E chiedo a tutti quelli che possono e vogliono di pregare per lui.

I miracoli esistono, io fino a ieri ne chiedevo uno piccolo.
Oggi ne chiedo uno vitale.

martedì 6 novembre 2012

Roba che comunque

Ho degli amici che sono straordinari.
No, di più.
Che se vi racconto tutto l'ambaradam per riuscire a (cosa non ancora ottenuta, ma ci stiamo lavorando) iscrivermi al concorso, rimango tutto il giorno qui a raccontarvi e mi viene il nervoso.

Che, per dire, prendete pure la procedura che voi stessi o amici barra conoscenti hanno dovuto fare per (semplicemente) iscriversi al test pre-selettivo in questione, poi moltiplicate pure tutto per dieci o anche per venti, fa lo stesso.
Otterrete quello che sto passando io, che in Colombia per fare una fotocopia o stampare un documento ci vogliono almeno almeno un paio d'ore e una lunghissima trafila di carte da timbrare, compilare, ritimbrare.

Detto questo, farò la notte in bianco, aspettando il codice di conferma che dovrebbe arrivarmi via mail dall'Italia, sempre che quell'angelo di Luca (che ringrazio pubblicamente e a cui devo quanto meno una birra al mio rientro in Italia se non una cena o anche un monumento) riesca a fare la richiesta per mio conto in una scuola statale.

Roba che comunque ti passa la voglia, davvero, di andare a insegnare nello stato.
Roba che comunque non è sufficiente a far dire: lascio perdere, perché sarebbe stupido.
Roba che comunque, anche una volta iscritta, non è nemmeno detto che io possa partecipare da qui, che l'ambasciata ancora non ci ha risposto, in merito.
Roba che comunque, anche se dovessi riuscire a iscrivermi e poi perfino a partecipare, le reali possibilità di passare sono così irrisorie da sembrare ridicole.

Roba che comunque i miracoli esistono.
Motivo per il quale io non demordo.
Preparerò una caffettiera da sei e mi metterò ad aspettare.
Che non si dica che non ho combattuto onorevolmente, almeno.

Il cielo quando sembra il mare

lunedì 5 novembre 2012

Cose semplici, sì, come no.

Ho passato l'intera serata a tentare di fare un paio di cose.
Solo due.
Semplici.

1. Iscrivermi al famoso "concorsone 2012" on line (Sì, lo so che è stupido, ma ancora conservo un brandello di speranza nel poter partecipare da qui...la speranza è l'ultima a morire, tradunt...)
2. Caricare gli splendidissimi video che ho fatto nei giorni scorsi dei balli e della musica llanera.

Non sono riuscita a fare (ancora) nessuna delle due.

Chi è che diceva che la tecnologia semplifica la vita?

(Ma non mi do per vinta, eh. Seguiranno aggiornamenti. E, se vinco, anche i video)

In un giorno di pioggia (cit.)

domenica 4 novembre 2012

Cose che succedono (ma perché proprio a me?)

Stamattina siamo andati a far colazione a exito, che, diciamo, é una catena di supermercati tipo esselunga, per capirci.

Siamo entrati che avevano appena aperto.
E ci siamo ritrovate davanti all'intero personale del negozio che ci ha applaudito e ci hanno offerto il caffè.

L'imbarazzo e il gelo nelle mie vene neanche ve lo dico.

Così come non vi racconterò di quando stasera siamo finite sul palco del concerto di chiusura di Encuentro( concerto con nientedimeno che un tenore) a ballare funicolí funicolá come tre simpaticissime italiane fuori di testa.

Non ve lo racconterò, ho detto, scordatevelo.

E comunque é stato molto divertente.

Llaneros (i loro balli)

sabato 3 novembre 2012

Llaneros (la loro musica)

Giotto in Colombia.

Allora oggi abbiamo spiegato la mostra sul campanile di Giotto di Firenze, qui, a Villavicencio, nel Llano.

Cioè.
In realtà avremmo dovuto solo fare da appoggio...ma i volontari colombiani che avrebbero dovuto prepararsi sulla mostra...Bhe....diciamo che non erano proprio preparatissimi...

Per dire: la ragazza che era in coppia con me ha iniziato la spiegazione indicando il battistero come campanile.
(Nessun commento, grazie)

Quindi alla fine abbiamo spiegato anche noi.

Ed é stato incredibile.

Una signora, alla fine del giro mi ha detto: "io lavoro in un'impresa e stiamo lavorando per riorganizzare tutto il personale secondo nuove gerarchie eccetera eccetera. Oggi, ascoltando questa mostra, per la prima volta ho pensato che il mio lavoro potesse essere davvero qualcosa di utile. E soprattutto di umano. Non ci avevo mai pensato. Grazie."

Nonostante il caldo terribile e la stanchezza che ho addosso ho pensato che proprio vale la pena essere qui.
E che tutta la ricchezza della mia storia e della mia cultura non mi era mai stata così evidente.

Dopo, in serata, c'é stato un concerto bellissimo di musica llanera, popolare, che suonavano praticamente dei ragazzini, ma una cosa straordinaria, che non vi dico.
Ora metto una foto.
Poi appena torno a Bogotà carico anche un paio di video così vi rendete conto.

Sembra impossibile, ma malgrado la fatica (che, vi assicuro, c'é. E a volte non è del tutto trascurabile) sono contenta di essere qui.

La Colombia incontra Giotto (poi vi racconto)

Se volete andare lassú

Chiara (che guidava), oggi ha fatto un sorpasso che vabbè, teoricamente non avrebbe dovuto.

Ci ha fermato la polizia.
Chiara ha sorriso, provato a commuovere il poliziotto eccetera eccetera.

Alla fine ha sganciato 50.000 pesos, che in confronto ai 400.000 della multa eventuale non erano poi tanti.
Il poliziotto ha sorriso e ci ha salutato.

Mi hanno spiegato che qui funziona così.
Sempre.

Vabbè, non commento.

venerdì 2 novembre 2012

Il tramonto nelle strade del mio barrio

On the road, again

Allora domattina noi ripartiamo.
Torniamo nel gran mare verde, il llano.

Ci rimarremo fino a lunedì (che qui è festivo)
Farà un caldo torrido.
Non dormiremo niente.
Il viaggio probabilmente sarà infernale.

Però vado a vedere cosa succede quando dei colombiani incontrano una mostra sul campanile di Giotto.
Che non è poco, per niente.

Se guardo in su

Quando si dice: universale.

Avrei tanto tanto tanto voluto poter fotografare la faccia di Tocha, quando oggi in classe, leggendo Dante, ho spiegato l'etimologia della parola desiderio.

Ha sgranato gli occhi e ha sussurrato: uao.

E io mi sono commossa nel rendermi conto che il nostro Dante davvero parla a tutti.
Tutti intendo: tutti sempre, a qualsiasi latitudine, fuso orario e in qualsiasi epoca storica.

Questo é, nell'ordine: commovente, confortante, incredibile, bellissimo.

giovedì 1 novembre 2012

Halloween

Ieri sera siamo state invase da (nell'ordine): principi, principesse, vampiri, animali di vario genere, secondini, poliziotti, Batman, l'uomo ragno, fate, angeli e una serie simpaticissima di altri personaggi. Le caratteristiche che avevano in comune erano: nessuno dei suddetti personaggi superava il metro di altezza. Erano affamatissimi di dolci. Alcuni di essi erano di una tenerezza direi quasi imbarazzante.