mercoledì 27 febbraio 2013

Dal tramonto all'alba (cit.)

Anche il fatto che l'alba e il tramonto quasi non esistono, mi accorgo, ora, è destabilizzante.

Cioè: apro gli occhi alle cinque e mezza ed è buio pesto.
Il tempo di bere il caffè e lavarmi i denti (cosa a cui presto particolare attenzione, ultimamente) ed è pieno giorno.
Pieno proprio, col sole (se non piove) già alto, insomma.

Ma vabbè, questo sarebbe il meno, che tanto la mattina non è che ho la forza di accorgermi più di tanto delle cose.
È il tramonto, che mi manca.
Quel lento passare dal giorno alla sera alla notte.
Quello scolorire leggero della luce e dei colori, che è dolce e ti accompagna piano verso il riposo.
È questo che mi manca.
Arrivare a casa alle sei, che la luce c'è ancora tutta e dopo meno di mezz'ora ritrovarsi nella notte scura scura...questo,  mi accorgo dopo alcuni mesi, mi è faticoso.

Come ricevere un pugno forte sulla testa.
Non è un dramma, no.
Però è un fastidio.
Hai sempre l'impressione che qualcuno ti abbia tolto il tempo da sotto i piedi, trafugandolo invisibilmente.

Rimane sempre un po' l'impressione di un furto.

Cose che abbracciano cose



martedì 26 febbraio 2013

Antifrasi

Ieri sera sono andata dal dentista per l'ennesima volta negli ultimi 10 giorni.
Mi ha pulito il cratere, mi ha messo una spugnetta per tapparlo e mi ha fornito di una simpatica siringa per pulirlo bene dopo che mangio.

Ovviamente io ho avuto la simpatica idea di andare a nuotare e nel giro di due ore la spugnetta l'ho inghiottita senza quasi nemmeno accorgermene e amen.
Mi accontenterò della siringa e speriamo che sia sufficiente per far passare tutto sto casino che va avanti da giorni.

Detto questo.
Stamattina sarebbe proprio facile paragonare lo strazio dentistico che mi sto trascinando da giorni alla situazione politica italiana.
Troppo facile.
Dunque non lo faró.
Davvero.
Promesso.

(Antifrasi).

Numero....cinquemilatrecentoventitresette!!!



lunedì 25 febbraio 2013

Ad esempio io ero arrivata a sabato sera che non ne potevo più di niente, letteralmente.
Che, tra il dente che mi faceva (mi fa) ancora male e la consegna delle pagelle la mattina (del sabato) (alle sette del mattino, sigh) e la settimana infernale che era trascorsa e insomma, un po' di cose, io alla fine ero arrivata a sabato sera che desideravo solo due cose: che l'analgesico facesse effetto e andare a letto il prima possibile.

Invece avevamo gente a cena, che li aveva invitati Irene, una coppia giovane, con quattro bambine piccole, la più piccola aveva 6 mesi, le due più grandi che sono gemelle fanno la quinta elementare.
Per dire.
Non è che facessi proprio i salti di gioia, ecco.
Che avrei solo voluto starmene serena e tranquilla.

Invece.
Invece poi è successo che loro erano incredibili e sentirli parlare della loro famiglia e vedere come si trattavano tra loro e come stavano con le loro 4 figlie...insomma...mi ha commosso e sorpreso e niente.
Alla fine della serata ero proprio contenta di averli conosciuti e di essere stata del tempo con loro.

Per dire quello che può succedere anche quando non ti aspetti niente.

Per dire come la realtà sia capace di sorprenderti, sempre.

Per dire come le cose consolino anche quando non ce lo aspettiamo.

Per dire.

(Poi, vabbè, se il dente facesse meno male sarei anche più serena, eh, che sto cominciando a stufarmi, sinceramente.)


domenica 24 febbraio 2013

Pensare positivo

Una delle (poche?) cose positive di abitare in questo buco di mondo in questa parte del globo terrestre che è Bogotà è che, nonostante il fuso orario giochi a sfavore della sopravvivenza di (alcuni) rapporti di amicizia nel vecchio continente, è però favorevole ( il fuso orario) a tutta una serie di altre cose.

Ad esempio.
Io tra meno di un'ora mi posso piazzare sul divano davanti alla tv e godermi, in diretta e in prima serata, la cerimonia di premiazione degli Oscar.

Son cose,eh.

Ah.
(Col tono con cui lo dice Al Pacino in quel film meraviglioso che è Scent Of a woman).

sabato 23 febbraio 2013

Bandeja paisa

questa qui sotto è la Bandeja Paisa.
è un piatto tradizionale colombiano che consiste in una specie di zuppa di fagioli con dentro del pesce e poi un piatto con riso, uovo, carne trita, arepa, avocado, salsiccia (una specie) e un'altra cosa molto fritta che non so come si chiama.

oggi, dopo la consegna delle pagelle del primo quadrimestre, Ivan e sua moglie ci hanno invitato apposta per prepararcela e farcela assaggiare.

son cose che tiran su il morale.

giovedì 21 febbraio 2013

Come dite?
Ah, volete sapere se alla fine sono riuscita a votare.

Ovvio: no.
Irene sì, io no, Alessandro sì, Benny no.
Perchè?
Ah, questo è un mistero.

Ricordate: il criterio qui è l'assenza di criterio.
Quasi sempre.

Sono arrabbiata?
Certo, ovvio, da morire.

Anche perché, dico io, in Italia migliaia di persone non andranno a votare per pigrizia, ignavia o scelta (?!)...e io che invece voglio votare non posso.

Vabbè.
Fine della lamentatio.

La terra ha fionde



mercoledì 20 febbraio 2013

Hotel California



Mamma mamma, guarda: senza mani!!!

Dopo innumerevoli vicende che non vi sto a raccontare nel dettaglio perché se lo faccio c'è il rischio che abbia un travaso di bile, che si andrebbe ad aggiungere al dolore per l'estrazione del dente del giudizio (che, tra parentesi, non accenna a diminuire, sí, occhei, oggi vado a farmi vedere) e questo non sarebbe buono, chè ad ogni giorno la sua pena...dicevo: dopo innumerevoli snervanti vicende, oggi proviamo ad andare in ambasciata (che non risponde al telefono da settimane)per vedere se per qualche intervento divino o simili ci lasciano votare.

Detto questo, non che la questione sia semplice: già le alternative in Italia mi sembrano decisamente della serie "dalla padella alla brace"...qui per giunta non possiamo nemmeno votare tutte le liste: alcune di quelle che si presentano in Italia non hanno dei candidati per l'estero.

Sempre più difficile, insomma.

martedì 19 febbraio 2013

Eureka

Ho scoperto perché da queste parti la pasta fa davvero schifo.
Sì, anche se è la barilla che ti è arrivata in regalo direttamente dall'Italia.
Sì, anche se la cucini tu, italiana, con ingredienti italiani.
E sì, anche se io in realtà in questi giorni mica posso mangiarla.

Il punto è puramente fisico.
O chimico.
Insomma, scientifico.

È che siamo (ricordiamocelo) a 2.800 metri.
E a questa altitudine l'acqua non bolle.
O meglio, bolle in tempi diversi rispetto a quelli italiani.
E bolle peggio, per cui, anche se alla fine bolle, quando ci butti la pasta ci mette un sacco di tempo a riprendere la temperatura di ebollizione che serve a cuocere bene la pasta.

Il risultato finale è che sempre (sempre), rimane stracotta fuori e quasi cruda all'interno.

Son tragedie, queste, non dite di no.

Sunrise, sunrise



lunedì 18 febbraio 2013

Oggi è il terzo giorno di dente dolorante.
Dicono sia il peggiore.
Da domani dovrei ricominciare a mangiare quasi normale e a soffrire meno.

Detto questo.
No, niente, oggi volevo parlarvi di questa questione della lingua, già che siamo in tema orale.

Che qui parlano spagnolo, sì, ma non è mica lo spagnolo di Spagna.
Io lo spagnolo l'avevo imparato all'università, che ho fatto un anno di erasmus a Madrid e lì avevo imparato lo spagnolo. Anche piuttosto bene, che alla fine dell'anno c'era gente che non si accorgeva che ero italiana, per dire, ascoltandomi parlare.

Qui è diverso.
Parlano uno spagnolo che da un certo punto di vista è molto più simile all'italiano, anche come lessico e hanno tutta una pronuncia molto diversa dallo spagnolo di Spagna, che infatti i primi tempi mi prendevano in giro per come parlavo e ho dovuto modificare la mia pronuncia.

Il fatto è che parlare esattamente come loro è impossibile.
Anche quando senti parlare italiani che vivono qui da anni (anche sette o otto anni), ti accorgi subito che non sono colombiani, che sono stranieri, perché l'accento sudamericano è quasi impossibile da riprodurre perfettamente.

E vabbè.
Poi c'è questa questione simpatica del fatto che i colombiani ritengono che il vero Castellano sia quello che parlano loro, mentre il Castellano di Spagna non è il vero castellano.

E questo dimostra, paradossalmente, che sì, sono proprio imparentati con gli spagnoli, perché io non ho mai conosciuto un popolo tanto imperialista e campanilista.

Fine.

domenica 17 febbraio 2013

sabato 16 febbraio 2013

S.P.Q.C.


ebbene sì, quella che vedete qui sotto è una foto di un bancone di una farmacia.
e...no, non vi sbagliate, quelle sono sigarette...


capirete quindi perché ero (giustamente) terrorizzata dal dentista di ieri sera.
sono arrivata alle sette e mezza e uscita alle dieci e mezza di sera.
sì, capito bene, di sera.
mi ha dato un punto, ci ha messo tre ore a togliermi le radici, perché si è rotta la corona mentre provava a estrarmi il dente e credo di avere in corpo cinque o sei litri di anestesia locale.
detto questo, con l'antibiotico e l'antidolorifico oggi sto abbastanza bene.
vedremo nei prossimi giorni.
tra l'altro mi aspettano giorni di gelato, budini, yogurt e frullati di banana.

c'è la discreta possibilità, io credo, che quando Dante ha scritto l'Inferno fosse appena stato da un dentista.

venerdì 15 febbraio 2013


Da queste parti hanno questa accentuata mania a fare tutte 'ste cose formali e pompose eccetera.
Stamattina ad esempio inaugurazione delle olimpiadi scolastiche.

Tutta una cosa in divisa, con la sfilata e gli inni nazionali e la fiamma olimpica e via dicendo.

Io è una roba che proprio non sopporto, ma tant'è, non è che ci sia molto da scegliere, e quindi.





mercoledì 13 febbraio 2013

martedì 12 febbraio 2013

lunedì 11 febbraio 2013

quello che volevo dire

Dunque.
Mi arrivano immagini e notizie di nevicate epocali in Italia.

Scuole chiuse, intere città sepolte dal bianco soffice e silenzioso.

Ovviamente avete tutta la mia invidia e la mia nostalgia.
Qui è ormai ufficialmente piena stagione delle piogge e sabato pomeriggio, quando sono andata a fare la radiografia ai denti, per un attimo ho pensato di essermi teletrasportata inconsapevolmente a Bombay: il cielo rovesciava acqua come se non ci fosse un domani e le strade erano allagate in un modo che in Italia noi grideremmo all'alluvione, mentre qui è perfettamente normale: la gente (me tapina compresa), passeggiava con l'acqua ai polpacci come se niente fosse.

vabbè.
detto questo.
Qui, ahimè, non nevica e non nevicherà mai.

Ma piovono, oltre che quantità industriali di acqua piovana, anche tante notizie.
Oggi in particolare me ne sono arrivate molte, alcune tristi e dolorose (la morte di persone care a persone a te care), altre shoccanti (il coraggio del Papa nel prendere una decisione così ardita e radicale), altre decisamente liete (l'alunno molto malato, di una amica in Italia, che sembra stare meglio...).

Insomma, volevo dire questo: che le cose accadono.
sempre.
A decine, centinaia, migliaia, tutti i giorni.

Io vorrei non perdermene nemmeno una mai.
Invece spesso mi ritrovo distratta o sonnacchiosa.

Ma quando mi accorgo e mi sorprendo e mi lascio provocare e ferire e colpire, dalle cose che accadono, la vita comincia ad avere un sapore nuovo e sconosciuto e buonissimo.

Come sentirsi una cosa grande grande e infinita come il mare, o il cielo, che ti si rovescia nel cuore, se mi passate la metafora un po' smielosa...





domenica 10 febbraio 2013

Queste sono alcune delle prelibatezze che ho mangiato ieri sera.

Pizzoccheri (veri!!! Col formaggio veroooo!!!)
Salumi (italiani!!!! Non ne vedevo uno da mesi)
Prelibatezze varie.

Dulcis in fundo...
il TIRAMISU' !!!!
Col mascarpone!!!

Io lo so che voi forse non potete capire.
Ma io ieri sera praticamente ero in paradiso, giuro.

(E non vi descrivo la casa, che sono stata quasi sul punto di chiedere se mi adottavano...)









sabato 9 febbraio 2013

Sono andata dal dentista.

Vabbè, problemi da denti del giudizio, che dovrò togliere.
Sempre detto io che a me i denti del giudizio non mi stavano mica bene.

Detto questo.
Tremo solo all'idea e però amen.
Mi rassegnerò, sperando non sia troppo doloroso.

Per cercare di dimenticare stasera vado a cena da Antonella, una mia alunna di terza media che ha la mamma italiana e stasera ci cucinano i pizzoccheri!!!

No, dico, vi rendete conto???
I pizzoccheri.
Per un piatto di pizzoccheri credo sarei disposta a farmeli togliere tutti e quattro, i denti del giudizio.

giovedì 7 febbraio 2013

Children of the revolution

Questa l'avevo fatta a Tocancipá ma mi ero dimenticata di pubblicarla.

Training autogeno.

Stanotte alle due sono stata svegliata da un mal di denti atroce.

Sì, lo so, è colpa mia.
La mamma di Juliana alla fine non l'ho mai chiamata e ho rimandato la cosa e sono un'imbecille e via dicendo.

Mi cospargo di ceneri il capo (che, tra le altre cose, è anche quasi liturgicamente il tempo) e faccio pubblica ammenda.

Oggi telefono a un dentista.
Oggi.
Non domani.
Oggi.
Lo giuro.
(Detto con estrema, assoluta convinzione mentre ingoia l'ennesima pastiglia di nimesulide).

mercoledì 6 febbraio 2013

Stargate



Al mattino

Spesso la mattina, mentre andiamo a scuola e sono sulla ruta (il pulmino che ci porta a scuola, n.d.a.) e guardo fuori dal finestrino e sono le sei e un quarto del mattino e penso alla giornata che sta iniziando, le cose che mi aspettano, le cose da fare, le decisioni da prendere, e guardo il traffico, la gente in giro per Bogotà, pressata sul transmillennio, stipata nelle bussete o ferma al semaforo ad aspettare...spesso, quando inizio la giornata, ho la netta percezione della lotta che mi aspetta, della battaglia che mi è chiesto di affrontare tutti i giorni, del fatto che la vita è una lotta, una battaglia.

E di quanto facilmente ci illudiamo che il problema sia stare tranquilli, non avere problemi, che non ci sia niente a disturbare un presunto equilibrio raggiunto.

A volte sono stanca e cedo a questa tentazione, a questa falsità.
Poi per fortuna mi rendo conto.
Accadono cose o incontro persone che mi ributtano in prima linea.

Tornare a combattere è sempre faticoso, certo.
Ma entusiasmante.

Probabilmente lo conoscerete già, ma questo brano che vi metto qui sotto a me aiuta sempre proprio tanto:

Solo i codardi chiedono al mattino della battaglia il calcolo delle probabilità; i forti e i costanti non sogliono chiedere quanto fortemente né quanto a lungo, ma come e dove abbiano a combattere. Non hanno bisogno se non di sapere per quale via e per quale scopo, e sperano dopo, e si adoperano, e combattono, e soffrono così, fino alla fine della giornata, lasciando a Dio gli adempimenti."

 (Cesare Balbo) 

martedì 5 febbraio 2013

Quando parlano di stagione delle pioggie, da queste parti, è letterale.
E puntuale come un orologio svizzero: il primo di febbraio ha iniziato a piovere e piovere non è il termine giusto, dato che la terra viene letteralmente inondata da secchiate violentissime di acqua per ore.

Detto questo, dato che siamo in tema, ieri, tra la pioggia, è naufragato anche il mio misero tentativo di ricominciare dell'attività fisica.
Hanno miseramente vinto il tè coi biscotti e il divano.

Riproviamo settimana prossima, eh.

lunedì 4 febbraio 2013

Purple rain



I buoni propositi

Oggi io e Benny ricominciamo ad andare in piscina.

Cioè, ci proviamo, diciamo.
Che non lo so quanto duriamo. Alla fine nella prima parte dell'anno avremo fatto sì e no un paio di mesi continuativi per poi naufragare miseramente sul divano di casa.

Che comunque, davvero.
Svegliarsi tutti i giorni alle cinque e mezza del mattino, sinceramente, un po' la voglia di esaurirti fisicamente te la fa passare.

domenica 3 febbraio 2013

Tocancipá







Non si butta via niente



Quello che c'è in quello che manca

Ieri sera, dopo cena, Luis Camilo mi chiede di fare quattro chiacchiere.
Gli chiedo come sta, se è contento della giornata di studio e giochi.

Scoppia a piangere e mi dice che no, non è contento.
Che i suoi amici più grandi quest'anno faranno l'esame e se ne andranno dalla scuola.
Mi racconta di amici passati che a un certo punto se ne sono andati, si sono allontanati.
Tra le lacrime trattenute a stento dichiara: io non voglio più che le cose finiscano.
Perché tutto deve finire?, chiede, disperato.

Io una risposta totale e definitiva a questa domanda non ce l'ho.
La percezione della finitezza delle cose, dei rapporti, del tempo, è una cosa che ha sempre ferito anche me e tutt'ora mi ferisce.
Ma che della vita si possa godere. Che esiste tanta bellezza e tanto buono e tanto di tutto e che le cose son date non perché finiscano ma perché se ne possa gustare fino all'ultima goccia, questo lo so, questo lo vivo.

Andiamo a giocare con gli altri, gli dico.
Non per dimenticare il dolore che senti, non ci riusciresti nemmeno se lo volessi -gli dico- ma per mettere tutto quello che ti ferisce e che ti manca in tutto quello che c'è. E non perdersi nemmeno un minuto di quello che c'è, nemmeno una briciola.

E stare a guardare, con curiosità e attesa e trepidazione, come quello che c'é risponde a quello che manca.

sabato 2 febbraio 2013

venerdì 1 febbraio 2013

Domani e dopo abbiamo organizzato questo week end di studio con un po' di ragazzi del liceo.

In tutto saremo una quindicina e andiamo a Mariapolis, che è un posto appena fuori da Bogotà, che mi han detto che fa un freddo cane ed è una specie di casa-accoglienza e ci sono i campi per giocare e i saloni per studiare e partiamo domattina e torniamo domenica.

Io ho invitato LuisCamilo e sono contentissima che mi ha detto di sì e viene, lui e il suo vuoto.
E potremo farci compagnia.

Squilla la tromba che già il giorno finí