venerdì 22 marzo 2013

Auguri di Pasqua (leggermente in anticipo)

Dunque dunque.

Vi sto preparando una sorpresa,
Ma una sorpresona, eh.
Roba che non ce la fate mica nemmeno a immaginarla.

Questo però richiede del tempo.

Motivo per il quale per qualche giorno probabilmente non mi riuscirà di scrivere qui.
Mi sa che la cosa potrebbe andare leggermente per le lunghe ( non troppo, ho detto leggermente).

Nel caso in cui non riuscissi a farvi gli auguri di Pasqua (si prospettano giorni di vacanza veramente densi e impegnativi), li lascio qui, ora, per tutti.

Non preoccupatevi che dopo Pasqua torno ad aggiornare.

Intanto vi lascio QUI una delle cose più belle che io abbia mai sentito.

È il mio regalo Pasquale.

Un abbraccio, arrivederci e a prestissimo, promesso.

mercoledì 20 marzo 2013

80% (che vuol dire: praticamente tutta)

Ieri sera, parlando con Aureliano, un geologo italiano che vive qui in Colombia da tipo 10 anni o anche più, ho scoperto una serie di cose che mi hanno fatto accapponare la pelle.

Tipo: che l'80% (ripeto: l' 80%) della droga esportata a livello MONDIALE (ripeto: MONDIALE), arriva dalla Colombia.

Non so se vi rendete conto (l'80% della droga MONDIALE).

Avrei tutta una serie di considerazioni che per ora vi risparmio.

Poi ci ha anche spiegato tutto il sistema di riciclaggio del denaro guadagnato con la droga.
Ovviamente è tutta una cosa che riguarda il traffico/commercio di minerali preziosi e pietre (smeraldi, diamanti e via dicendo).

Poi ci ha raccontato di quella volta che ha perso metà orecchio (avrei voluto fargli una foto da postare, perché davvero gli manca il lobo di un orecchio, ma non ho avuto il coraggio di chiederglielo); ma questa storia è meglio che non ve la racconto, che se no poi vi impressionate.

Ovunque proteggi (cit.)



martedì 19 marzo 2013

Ponchado

Ieri a scuola abbiamo giocato a questo gioco che ora non mi ricordo come si chiama, una cosa tipo ponchado, che però non é ponchado, che invece è il nome con qui chiamano la nostra "palla avvelenata" o "palla prigioniera" che dir si voglia.

É un gioco che è tipico dei ragazzi di strada e consiste in una specie di baseball piuttosto rudimentale, diciamo.

Vabbè, inutile dire che nonostante le scorrettezze della squadra avversaria, abbiamo vinto clamorosamente.

Come back



lunedì 18 marzo 2013

Contagion

I Colombiani, quando sono malati, ma del tipo che hanno anche solo un po' di raffreddore o mal di gola o cose così, vanno in giro con la mascherina.

Avete presente quelle mascherine bianche, di tessuto leggero, che si usavano a Milano negli anni '90 quando era scoppiata tutta la questione dello smog, dell'inquinamento e via dicendo?
O anche quelle che mettevano i cinesi quando c'è stata l'epidemia di sars?
Ecco, quella.

Per cui il fatto è che ci sono giorni in cui arrivo a scuola e sono circondata da gente con la mascherina bianca, che mi sembra di essere in uno degli ultimi film di Soderbergh, Contagion, ce l'avete in mente? Bhè, inquietante.


Se gli domandi ragione, ti rispondono che è buona educazione, è per evitare di far ammalare altri.

A giudicare dal numero di mascherine che vedo in giro, sinceramente, non mi pare che funzioni granchè come sistema.

domenica 17 marzo 2013

lechona.


no, non preoccupatevi.
non è una scena della serie "Il padrino", con teste di animali vari mozzate e via dicendo.

Lo so che l'immagine fa un po' schifo, è che non ci siamo molto abituati...
Mia nonna, per dire, che lei è cresciuta in una comunità contadina, non le farebbe nè caldo nè freddo vedere un'immagine così.

Comunque oggi siamo state al battesimo di Angela, la figlia di Astrid e Ivan e hanno preparato da mangiare per un sacco di gente e hanno fatto la lechona, di cui potete ammirare i venerabili resti qui sotto.

Sostanzialmente è una specie di spiedo.
Solo che dentro ci mettono riso (sì, è quella roba che gli esce dalle orecchie), erbe, verdure eccetera.

Magari la foto qui sotto non gli rende merito, ma vi giuro che è molto molto buona.

Far far west



sabato 16 marzo 2013

Special prize

Da queste parti trovi i film appena usciti al cinema a duemila pesos, per strada, ovviamente.
Piratati, ovviamente.
Qualità buona (non ovviamente)

Giusto per farvi un'idea: duemila pesos sono circa un euro.
Non so se mi spiego.

Poi, ovviamente, certi film, visti al cinema, non hanno prezzo, ovvio, chevvelodicoaffare...
Ma comunque.

venerdì 15 marzo 2013

The concert

Stamattina alle medie abbiamo invitato questo amico che di professione è musicista e insegnante di musica e suona il violoncello, mi pare, o forse il contrabbasso.
E lui ci ha portato tre suoi allievi, che suonano rispettivamente: piano, violino e contrabbasso.
Hanno fatto in concerto da camera, suonando per un'oretta.
Erano giovanissimi e meravigliosi.
Io li guardavo e ascoltavo a bocca aperta, poi, quando ho girato lo sguardo, mi sono accorta che tutti gli alunni delle medie avevano negli occhi la stessa meraviglia e gratitudine che riempivano i miei.

La bellezza vince, sempre.
(Sempre).

giovedì 14 marzo 2013

Permanenza ottica

Mi hanno spiegato questo fenomeno fisico che si chiama "permanenza ottica", che sostanzialmente è quell'effetto per cui, quando guardi il sole, per un po' di tempo, dopo, continui a vedere il circolo rosso anche quando guardi qualcos'altro.

Su questo fenomeno sono anche costruite una serie di effetti ottici o illusioni, insomma.

La cosa interessante è che questo effetto dice esattamente di come siamo fatti, strutturalmente, non solo fisicamente: quando il tuo occhio si imbatte in qualcosa, di reale, la sua immagine permane nel tempo, anche fisicamente, sulla retina.
Questa cosa, anche dal punto di vista esperienzale, quotidiano, è interessantissima: significa che quello che vediamo, la cosa su cui puntiamo lo sguardo, in qualche modo, rimane anche quando sposti gli occhi su qualcos'altro.
Quando vedi, vivi, ti imbatti in qualcosa, quella è un'esperienza di non ritorno: influirà anche su quello che guardi dopo.

Per questo, ho pensato, è tanto importante la bellezza.
Se uno punta lo sguardo su cose belle, dopo, è impossibile non cominciare a tenerne conto sempre.

Eternal sunshine of the spotless mind (cit.)




mercoledì 13 marzo 2013

Habemus Papam! (et sudamericanum!!!)

ovvio che la notizia la sapete anche voi, però insomma, è stato bellissimo e ora vi racconto.

che io ero in pausa pranzo e dopo avrei avuto lezione in terza media, di storia.
allora sto mangiando, in mensa, con Luz Angelica e cominciano ad arrivarmi millemila messaggi da amici, parenti e conoscenti, dall'Italia, che dicono: fumata bianca, fumata bianca, habemus papam!!!

allora io ovviamente mi precipito a dirlo a tutti, colleghi, amici, studenti.
poi dato che era suonata l'ora e dovevo iniziare lezione, prendo su tutti i miei studenti di terza media e gli dico:
ragazzi, oggi l'ora di storia sarà importantissima: stiamo per assistere a quando la storia accade.
ho acceso internet e il video proiettore e ci siamo messi a guardare in diretta la tv per vedere questo nuovo nuovo Papa, che accadeva davanti ai nostri occhi.

poi è arrivata la bidella ad avvisare che se volevamo si poteva andare tutti in auditorium ad assistere alla cosa insieme.

così tutti in auditorium, insomma.
e a parte gli aspetti logistici un attimino difficoltosi, alla fine ce l'abbiamo fatta e abbiamo assistito in diretta mondiale alla proclamazione di Francesco I.

Non vi dico la reazione quando è apparsa la scritta in sovraimpressione che annunciava che il nuovo Papa era argentino ed era quindi il primo Papa sudamericano.
Un applauso che non finiva più.

Insomma, io dico, quando la storia accade e lo fa sotto i nostri occhi, è una cosa che non si può perdere, insomma. Fa venire i brividi.

Icfes

Alla fine della quarta liceo (che corrisponde alla quinta italiana), i ragazzi colombiani, oltre all'esame di maturità italiana (nel caso dei collegi bilingue come il mio), devono sostenere anche l'esame di maturità colombiano, che si chiama Icfes.

L'Icfes è una cosa assurda: è un test che dura otto ore (otto!!!) con domande chiuse a risposta multipla  che spaziano dalla letteratura alla fisica, alla chimica, alla storia alla cultura generale e attualità eccetera.

Una cosa massacrante.

Questi iniziano a prepararsi fin dalla seconda-terza liceo con corsi appositi e simulazioni varie.
Una roba da spararsi.

Il problema è che l'Icfes è importantissimo: alcune università (le migliori), non accettano studenti che abbiano un risultato Icfes sotto una certa soglia.
Per cui da quel risultato dipende la possibilità di entrare in un università più o meno buona.
Inoltre i risultati Icfes sono pubblici e in base ad essi si stila una specie di "classifica" delle scuole colombiane, divise per città.

In pratica: se l'esame Icfes dei tuoi studenti non è granché automaticamente anche la scuola non è granché.

Detto questo.
Fin'ora il collegio in cui lavoro ha ottenuto dei risultati Icfes più che buoni.
Però.
Boh, non so, è che come al solito mi sembra davvero un criterio e un sistema di una parzialità e una piccolezza di giudizio decisamente evidente.

Poi magari mi sbaglio.

The sentinel



martedì 12 marzo 2013

La predica del giorno

Ieri abbiamo fatto una giornata di convivenza studio con la terza media ed eravamo in questa fincha appena fuori da Bogotà.
La fincha è una specie di casa-accoglienza-fattoria...probabilmente in Italia la chiameremmo agriturismo o qualcosa del genere. Qui appena fuori dalla città ce ne sono tantissime e sono dei bei posti.
Comunque.

Abbiamo studiato-giocato tutto il giorno ed è stato molto bello e utile.

Alla fine della giornata Andrès, uno di loro, ha detto: "io non credevo fosse possibile che studiare e stare insieme potesse essere così bello. Ho scoperto tante cose, oggi. E ho capito che anche i miei compagni possono diventare miei maestri"

Io continuo a sorprendermi di come spesso non ci aspettiamo niente e la realtà continua ad accadere, a corrispondere, a verificare che sì, è buona e risponde.
E noi come niente fosse, spesso: punto a capo e facciamo finta di niente. Siamo spesso così abituati alla menzogna e alla delusione (che viviamo innanzitutto con noi stessi), da fare una fatica tremenda ad ammettere che la verità è molto più sincera con noi di quanto noi lo siamo con lei.

Amen.
Fine della predica.
Ci tenevo a dirlo, peró.



lunedì 11 marzo 2013

sudado




ok, cosa vi devo dire, sono giorni di pranzi, cene, inviti.
questo qui sopra è il Sudado, so che il nome non sembra un granchè ma si chiama così sostanzialmente perché la carne come anche il mais come anche le patate e il resto vengono cucinati bolliti. ce l'ha preparato la nostra collega di spagnolo che ieri ci ha invitato a pranzo, che ci abbiamo messo tipo un'ora e mezza ad andare a casa sua, coi mezzi, dato che abita dall'altra parte della città e qui questo può significare stare in autobus anche una o due ore di filata.
detto questo, è stata accoglientissima ed era tutto buonissimo.

domenica 10 marzo 2013

uno sguardo da fuori

Ieri sera a cena abbiamo invitato Sofia e suo papà.
Sofia è colombiana, figlia di colombiani, ma è sempre vissuta in Italia.
Poi qualche anno fa suo papà è tornato a vivere in Colombia e sua mamma è rimasta in Italia, con l'altra figlia e lei quest'anno ha deciso di tornare a vivere a Bogotà con suo papà.

Quindi ieri sera sono venuti a cena e suo papà ci ha raccontato la sua storia, che è una storia incredibile.
Lui aveva fatto un liceo bilingue, italo-colombiano, come quello in cui insegno.
A 19 anni, finito il liceo è partito per l'Italia.
E' tornato tipo un anno dopo in compagnia di un falegname italiano e si sono messi a fare cucine componibili, che in Colombia sono stati i primi.
Poi dopo due anni ha mollato ed è tornato in Italia. Si è messo a fare un corso da vasaio e nel frattempo lavorava come traduttore. Fu così che gli hanno proposto di iniziare a usare uno dei primissimi Mac che venivano esportati in Italia. Così lui ha cominiciato a specializzarsi in questo, già che c'era ha cominciato a fare una scuola di disegno industriale e non ho capito bene come, oltre a produrre una linea di portachiavi, è finito a lavorare in Rizzoli, dove ha lavorato per tipo 15 anni come direttore generale di alcune riviste (progetti grafici e quant'altro). Ha conosciuto Steve Jobs personalmente, con cui ha anche cenato un paio di volte eccetera, insomma, cose così.

Ora è tornato in Colombia da tre anni e, oltre ad avere aperto un'attività di disegno di gioielli, al momento sta prendendo in gestione un ristorante, in cui cucina personalmente tutti i giorni.

Insomma, una storia incredibile.
Di quelle che bisognerebbe scriverci un libro o farci un film, insomma. Incredibile.

Dell'Italia, di cui è perdutamente innamorato, dice:
"quando sono tornato, in questi ultimi anni, la cosa che più mi da tristezza è vedere come le persone passino il tempo a lamentarsi e a deprimersi invece che mettersi a lavorare; la Colombia ha tanti problemi, alcuni molto più gravi di quelli che in Italia si possono vivere, ma qui c'è tanta gente che ha voglia di crescere e di fare"

E io non so come dargli torto, sinceramente.

venerdì 8 marzo 2013

Che fai tu luna in ciel? (Cit.)

Un mio alunno di terza media, Sergio, ha deciso di fare la tesina per l'esame sulla luna.

Ieri correggevo un suo tema in cui doveva spiegare cosa stava scoprendo di sè nel fare questo lavoro di approfondimento.

Mi ha scritto: "ho sempre pensato che la mia vita fosse piccola, normale, brutta. Poi un giorno ho visto in un libro di mio papà l'immagine degli uomini sbarcati sulla luna. Ho cominciato a pensare a come sarebbe stato bello se la mia vita dovesse servire a portarmi a fare una cosa così grande e importante. Ho cominciato a interessarmi e ho scoperto che non sono l'unico a desiderare questo e che tanti uomini prima di me hanno guardato la luna e questo gli ha fatto desiderare che la loro vita fosse grande. Non so come andrà il mio esame, alla fine dell'anno, ma ora, quando guardo la luna, so che io voglio che la mia vita sia grande. E che questo è possibile".

Direi che ora sto zitta e non commento, sarete d'accordo con me, credo.


La montagna incantata (cit.)



giovedì 7 marzo 2013

Saint Chapelle

In seconda liceo, nelle ore di storia dell'arte, stiamo vedendo il gotico.

qualche giorno fa ho fatto una lezione sulle caratteristiche architettoniche di base (archi rampanti e via dicendo) e ho mostrato un po' di esempi e a un certo punto la mia presentazione prevedeva un breve ma significativo approfondimento sulla Saint Chapelle (Parigi, Francia).

e dunque arrivo lì, insomma, a quel punto della presentazione e, ovviamente, avevo messe alcune immagini, con le vetrate e tutto.

e niente.
è stato impressionante.
non appena ho fatto click ed è comparsa la prima immagine proiettata sul muro, dell'interno, della luce che passa dalle vetrate eccetera, improvvisamente e all'unanimità, un brivido e un unico fiato, stupito, sorpreso e commosso ha attraversato i miei studenti e c'è stato un silenzio incredibile, per alcuni lunghissimi secondi, che io non ho potuto non rimanere zitta anch'io, davanti a tutto quel loro silenzio grandissimo.
non ho potuto non rimanere in silenzio davanti al loro silenzio.

e lasciarmi ripulire il cuore dal loro stupore.


mammamia, che lavoro meraviglioso faccio, io, delle volte.

mercoledì 6 marzo 2013

Olimpiadi di italiano

Oh, allora noi qui tra pochissimo partecipiamo a questa competizione internazionalissima che sono le olimpiadi di italiano.

Che sono come quelle di matematica, più o meno, peró sono di italiano, insomma.
E sono individuali e non per classi.

E niente.
Ovviamente chi volete abbia vinto il premio di organizzare per il mio collegio tale mirabolante ed entusiasmante avventura?
Vi risparmio (semplicemente perché non ho tempo) le rocambolesche avventure che ci hanno portato qui, in quest'aula computer, con una decina di studenti colombiani che proveranno a rispondere correttamente a domande di fonetica, ortografia, grammatica e sintassi italiane.

E vinca il migliore, insomma.


martedì 5 marzo 2013

La mattina quando arrivo a scuola assisto sempre a questa scena, che per me è un po' assurda:
la gente arriva con i capelli sempre tutti bagnati. Ma fradici, eh. Anche i bambini, per dire: grondanti.

Che io mi chiedo come fanno a non prendersi una broncopolmonite al giorno, per esempio.

Oppure, quando vado in piscina a nuotare, io sono sempre l'unica col fon, ad asciugarmi i capelli.
Che i colombiani non lo fanno.
Nessuno si asciuga i capelli, qui.

Io è una cosa che non capisco proprio.
Mi sembra da matti.

Sto facendo un'indagine per capire se hanno un buon motivo.

Non sono sicura di voler davvero sapere il risultato, peró.

The catcher in the rey (cit.)



lunedì 4 marzo 2013

Pisco peruviano

Ieri a pranzo eravamo invitate da Juan e Marialaura e Juan ha cucinato il pesce e ci ha preparato questo cocktail che si chiama Pisco ed è buonissimo e dentro c'è vino bianco e ghiaccio e albume d'uovo (crudo) e un altro liquore che non so cos'è e succo di limone e non so cos'altro.

Issimo.

domenica 3 marzo 2013

Las mañanitas

Quando è il compleanno di qualcuno, qui, oltre al classico tantiauguriate (ovviamente in spagnolo), si cantano Las mañanitas, che è una canzone carinissima, che qui vi ho messo una versione cantata da topo gigio che è ancora più carina.

Niente più ci lega a questi luoghi (cit.)



sabato 2 marzo 2013

e nel caso in cui non ci vedessimo: buongiorno, buonasera e buonanotte (cit.)

continuo a fare figuracce, allora alla fine mi sono decisa a chiedere:

qui funziona così:
la mattina, fino a mezzogiorno si dice Buenos dias (buongiorno).
da mezzogiorno alle sei si dice Buenas tardes (che equivarrebbe al nostro buona sera)
e dalle sei del pomeriggio in poi si dice Buenas noches (che è il nostro buona notte).

che in effetti, se ci penso, per la scansione solare della giornata qui ha anche senso.
è che il mio cervello è ancora tarato sul sole d'Italia...


La maglia nella rete



venerdì 1 marzo 2013

Via il mal di denti, dentro il mal di testa.

Devo avere qualche problema dal collo in su.

(Sempre sospettato, io, che la mia testa fosse problematica)