Dato che un po' di gente me lo sta chiedendo, chiarisco alcune cose riguardo al mio lavoro qui.
Ordunque.
Io insegno in un collegio che si chiama A.Volta.
É un collegio italo-colombiano, privato.
La scuola offre: prescolare (che é la nostra scuola materna), elementari, medie, liceo scientifico.
Quindi l'istituto nel complesso é molto grande.
Di fatto, gli alunni del collegio fanno due scuole in una: da una parte fanno il percorso scolastico colombiano (storia, lingua, letteratura spagnole etc), e in più quello italiano (storia, lingua, letteratura italiane etc...). É anche per questo che fanno 7 ore di lezione al giorno...
Chiederete: e perché i colombiani dovrebbero sottoporsi a una tale tortura?
La faccenda sta in questi termini: il sistema scolastico colombiano statale é terrificante. Ma terrificante proprio. Cioè, nemmeno lo potete confrontare con la scuola italiana peggiore che potreste avere in mente.
Quindi, appena possono (economicamente parlando), i colombiani che appena appena riescono, mandano i figli in una scuola privata, che almeno imparano a leggere e a scrivere, per dire.
In particolare le scuole bilingue sono decisamente ambite, perché nella testa dei colombiani sono un'opportunitá di fare l'università all'estero e, quindi, poi, di trovare un buon impiego e quindi, poi, di diventare ricchi, diciamo.
Ecco spiegato perché un colombiano si iscrive a un collegio bilingue italiano.
Detto questo, un collegio bilingue, é, appunto, bilingue.
Io le mie materie le insegno in italiano e i programmi che svolgo sono identici a quelli richiesti dal ministero per una scuola italiana. Leggo Dante, al liceo, ad esempio.
Ovviamente ci sono alcune differenze, ad esempio di liceo qui fanno 4 anni, non cinque.
Comunque.
Io ho una cattedra di 19 ore, così distribuite:
5 ore di italiano in terza liceo (che corrisponde alla nostra 4)
5 ore di italiano in seconda liceo (che corrisponde alla nostra 3)
1 ora di storia dell'arte in terza liceo e 1 ora di storia dell'arte in seconda liceo.
4 ore di italiano, più due di storia, più una di geografia, in terza media.
Tutte le ore che faccio le faccio in italiano. E anche i ragazzi parlano ( più o meno bene) e scrivono (più male che bene) in italiano. É uno degli obiettivi del percorso, che sappiano bene l'italiano alla fine del
liceo, anche se ovviamente per loro resta la seconda lingua. Nonostante questo ce ne sono alcuni che ortograficamente , ad esempio, sono più corretti di...non so, per dire...no, va bene, occhei...non faccio nomi..., ciascuno dei miei ex alunni italiani si faccia per benino l'esame di coscienza ortografico, che é meglio.
Domande?
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