All'aereoporto internazionale di Bogotà succede questo.
Quando arrivi c'è un corridoio lungo e stretto.
A sinistra hai l'esterno dell'aeroporto, dove arrivano i taxi e le macchine e si vede il parcheggio.
A destra c'è una lunga vetrata, gigantesca.
Oltre la vetrata ci sono i nastri trasportatori, quelli su cui arrivano le valigie delle persone che arrivano da tutto il mondo.
Sono cinque o sei nastri, mi pare.
Dunque succede questo: le persone arrivano ad aspettare quelli che arrivano da qualche altro posto, a volte anche molto lontano. Amici, parenti, fidanzate, figli, padri.
Arrivano e si piazzano lí, tutti in fila lungo la vetrata, con il naso a un centimetro dal vetro, gli occhi sgranati in attesa di vedere comparire le fattezze del viso amato e riconosciuto.
Una lunga coda di cuori trepidanti e volti spalancati.
E c'è una signora.
Un'inserviente.
Con l'uniforme rossa e bianca, il grembiule, la cuffietta, i guanti.
Il suo lavoro è tenere pulita la vetrata.
Avanti e indietro la percorre per tutte le ore di servizio, con un panno e lo spruzzino di vetril tra le mani, che probabilmente qui si chiama in un altro modo ma il concetto è quello.
Passa la giornata a chiedere permesso e a infilarsi tra le attese e i battiti cardiaci. A rimuovere le impronte digitali degli innamorati che non sanno trattenere le mani dal primo incontro sulla parete fredda del vetro trasparente, a cancellare i fiati dei bambini con le bocce spalancate e piene di saluti per il padre o la madre appena sbarcati.
Insomma, questa donna passa il tempo a ripulire i segni delle attese, perché il vetro possa ospitare ancora di nuove e fresche e immacolate.
Trascorre le giornate tra corpi mani braccia menti occhi e respiri tesi all'incontro e al riconoscimento.
Spende il tempo e le energie tra i desideri e le speranze, pronti a sfociare in gioia cristallina e pura, come il vetro di cui si occupa.
Quando l'ho vista, questa cosa, mi è sembrata un miracolo.
Ho pensato che tutti i lavori dovrebbero essere, almeno in fondo, anche solo in uno spiraglio di percezione, così.
Come il suo.
Non esiste altro lavoro al mondo che quello di preparare il cuore.
Son tornato qui. Non mi deludi mai devo dire.
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