martedì 1 gennaio 2013

Faccio ciao ciao con la mano dal finestrino dell'aereo che sta per decollare e mi riporterà a Bogotà.

Saluto come una bambina.
Dico ciao e probabilmente addio al mare dai sette colori, alle palme, le navi arrugginite incagliate nella barriera corallina, alla sabbia bianca, ai granchi bianchi anche loro e con gli occhi sporgenti, a lucertole blu con la coda lunghissima, ai ragazzini in almeno tre, quattro, una volta anche cinque su un solo motorino, alla musica reggae sparata dagli stereo dei locali, alle nuvole velocissime e bianche, alle isole viste da lontano che sembra di essere in un episodio di Corto Maltese o in un film di quelli coi pirati affascinanti, alle case di lamiera e calcinacci dei quartieri non turistici, con le mutande e le canottiere stese ad asciugare nei porticati di legno, alle noci di cocco cadute sulla spiaggia, al mare tiepido e salatissimo, al vento forte, alle stelle a centinaia nel cielo.
Alle mani con me.

Faccio ciao con la mano.
Oggi ho gli occhi più grandi.

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