giovedì 10 gennaio 2013

È qualche giorno, da quando sono tornata dal llano, che ho mal di denti.
Parte destra, in fondo, in basso, per essere precisa.

La mamma, dall'Italia, dice che lo sbalzo di altitudine può causare infiammazioni o acuirle.
Io la coscienza a posto veramente non ce l'ho, dato che a volte la sera mi dimentico di lavarmi i denti e sono anni che non vedo un dentista.
Non so nemmeno se mi sono spuntati i denti del giudizio, per dire.

Tengo a bada la cosa con massicce dosi di aulin e nel frattempo così ho scoperto che se da queste parti vai in farmacia e chiedi un medicinale ti senti chiedere: quante?
Nel senso che ti chiedono il numero di pastiglie che vuoi e non ti vendono mica la scatola intera, mavalà.
Ti vendono il numero di pastiglie che chiedi.
Che vabbè, sono rimasta attonita e non ho ancora capito se è geniale o senza senso, come cosa.

Dopodiché, mentre decido sul da farsi, scopro che la mamma di Juliana, la mia alunna di seconda liceo, è dentista.
Che questa cosa è la provvidenza, mi dico.
La provvidenza proprio, spiaccicata.

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