mercoledì 6 febbraio 2013

Al mattino

Spesso la mattina, mentre andiamo a scuola e sono sulla ruta (il pulmino che ci porta a scuola, n.d.a.) e guardo fuori dal finestrino e sono le sei e un quarto del mattino e penso alla giornata che sta iniziando, le cose che mi aspettano, le cose da fare, le decisioni da prendere, e guardo il traffico, la gente in giro per Bogotà, pressata sul transmillennio, stipata nelle bussete o ferma al semaforo ad aspettare...spesso, quando inizio la giornata, ho la netta percezione della lotta che mi aspetta, della battaglia che mi è chiesto di affrontare tutti i giorni, del fatto che la vita è una lotta, una battaglia.

E di quanto facilmente ci illudiamo che il problema sia stare tranquilli, non avere problemi, che non ci sia niente a disturbare un presunto equilibrio raggiunto.

A volte sono stanca e cedo a questa tentazione, a questa falsità.
Poi per fortuna mi rendo conto.
Accadono cose o incontro persone che mi ributtano in prima linea.

Tornare a combattere è sempre faticoso, certo.
Ma entusiasmante.

Probabilmente lo conoscerete già, ma questo brano che vi metto qui sotto a me aiuta sempre proprio tanto:

Solo i codardi chiedono al mattino della battaglia il calcolo delle probabilità; i forti e i costanti non sogliono chiedere quanto fortemente né quanto a lungo, ma come e dove abbiano a combattere. Non hanno bisogno se non di sapere per quale via e per quale scopo, e sperano dopo, e si adoperano, e combattono, e soffrono così, fino alla fine della giornata, lasciando a Dio gli adempimenti."

 (Cesare Balbo) 

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