lunedì 18 febbraio 2013

Oggi è il terzo giorno di dente dolorante.
Dicono sia il peggiore.
Da domani dovrei ricominciare a mangiare quasi normale e a soffrire meno.

Detto questo.
No, niente, oggi volevo parlarvi di questa questione della lingua, già che siamo in tema orale.

Che qui parlano spagnolo, sì, ma non è mica lo spagnolo di Spagna.
Io lo spagnolo l'avevo imparato all'università, che ho fatto un anno di erasmus a Madrid e lì avevo imparato lo spagnolo. Anche piuttosto bene, che alla fine dell'anno c'era gente che non si accorgeva che ero italiana, per dire, ascoltandomi parlare.

Qui è diverso.
Parlano uno spagnolo che da un certo punto di vista è molto più simile all'italiano, anche come lessico e hanno tutta una pronuncia molto diversa dallo spagnolo di Spagna, che infatti i primi tempi mi prendevano in giro per come parlavo e ho dovuto modificare la mia pronuncia.

Il fatto è che parlare esattamente come loro è impossibile.
Anche quando senti parlare italiani che vivono qui da anni (anche sette o otto anni), ti accorgi subito che non sono colombiani, che sono stranieri, perché l'accento sudamericano è quasi impossibile da riprodurre perfettamente.

E vabbè.
Poi c'è questa questione simpatica del fatto che i colombiani ritengono che il vero Castellano sia quello che parlano loro, mentre il Castellano di Spagna non è il vero castellano.

E questo dimostra, paradossalmente, che sì, sono proprio imparentati con gli spagnoli, perché io non ho mai conosciuto un popolo tanto imperialista e campanilista.

Fine.

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