domenica 10 marzo 2013

uno sguardo da fuori

Ieri sera a cena abbiamo invitato Sofia e suo papà.
Sofia è colombiana, figlia di colombiani, ma è sempre vissuta in Italia.
Poi qualche anno fa suo papà è tornato a vivere in Colombia e sua mamma è rimasta in Italia, con l'altra figlia e lei quest'anno ha deciso di tornare a vivere a Bogotà con suo papà.

Quindi ieri sera sono venuti a cena e suo papà ci ha raccontato la sua storia, che è una storia incredibile.
Lui aveva fatto un liceo bilingue, italo-colombiano, come quello in cui insegno.
A 19 anni, finito il liceo è partito per l'Italia.
E' tornato tipo un anno dopo in compagnia di un falegname italiano e si sono messi a fare cucine componibili, che in Colombia sono stati i primi.
Poi dopo due anni ha mollato ed è tornato in Italia. Si è messo a fare un corso da vasaio e nel frattempo lavorava come traduttore. Fu così che gli hanno proposto di iniziare a usare uno dei primissimi Mac che venivano esportati in Italia. Così lui ha cominiciato a specializzarsi in questo, già che c'era ha cominciato a fare una scuola di disegno industriale e non ho capito bene come, oltre a produrre una linea di portachiavi, è finito a lavorare in Rizzoli, dove ha lavorato per tipo 15 anni come direttore generale di alcune riviste (progetti grafici e quant'altro). Ha conosciuto Steve Jobs personalmente, con cui ha anche cenato un paio di volte eccetera, insomma, cose così.

Ora è tornato in Colombia da tre anni e, oltre ad avere aperto un'attività di disegno di gioielli, al momento sta prendendo in gestione un ristorante, in cui cucina personalmente tutti i giorni.

Insomma, una storia incredibile.
Di quelle che bisognerebbe scriverci un libro o farci un film, insomma. Incredibile.

Dell'Italia, di cui è perdutamente innamorato, dice:
"quando sono tornato, in questi ultimi anni, la cosa che più mi da tristezza è vedere come le persone passino il tempo a lamentarsi e a deprimersi invece che mettersi a lavorare; la Colombia ha tanti problemi, alcuni molto più gravi di quelli che in Italia si possono vivere, ma qui c'è tanta gente che ha voglia di crescere e di fare"

E io non so come dargli torto, sinceramente.

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