mercoledì 1 maggio 2013

8 secondi

A Bogotà attraversare una strada equivale, la maggior parte delle volte, a un'avventura decisamente pericolosa.

L'idea è che devi cogliere il momento giusto, calcolare velocità e distanze in tempi rapidissimi e poi...rischiare.

Il fatto è che le macchine non si fermano. Mai. Nemmeno le moto. Nemmeno gli autobus. Nessuno, insomma.
La cosa è confermata da Luz Angela, una mia collega, che l'estate scorsa è venuta in Italia in vacanza e agli amici increduli raccontava: "ragazzi, l'italia è un altro mondo! ad esempio: se stai attraversando una strada e arriva una macchina...quella...si ferma e ti lascia passare!!!"

Quando attraverso una strada, qui, mi viene sempre in mente l'immagine di un libro illustrato che avevo da piccola che raccontava la storia del topo di campagna e del topo di città. In particolare il punto in cui il topo di campagna arriva in città e deve sostanzialmente trovare il modo di salvarsi la vita dagli sconosciuti e tremendi pericoli della strada.

Appunto.

Ieri sera, mentre tornavamo a casa, a uno degli incroci che attraversiamo sempre con un po' di apprensione e sperando di cavarcela anche quella volta, c'era appeso il seguente striscione (vedi foto).

traduco: "8 secondi di semaforo (sottinteso: verde, n.d.a.) non sono sufficienti per il pedone"

(li ho cronometrati e, a dir la verità, sono esattamente sette secondi e pochi decimi)


non so chi  l'abbia messo, ma ha tutta la mia approvazione e simpatia. se si fa una raccolta firme voglio essere la prima firmataria.

3 commenti:

  1. Concordo pienamente....Io vivo da oltre 3 anni a Bogotá e da quando sono qui ho rischiato molte volte di essere" stirato" da questa orda di selvaggi che dal senso civico sono lontani anni luce. L' individualismo- egoismo del colombiano e dei sudamericani in generale, non l' ho riscontrato per es. nell' Europa anglofona, dove educazione stradale e non solo quella non ha nulla a che vedere alla colombiana e latinoamericana. Per concludere, aggiungo,per ciò che sono gli otto secondi del semaforo:fosse solo una questione di semaforo regolato male...E a proposito di semafori :segnaletica stradale e strisce pedonali,inclusi semafori sono quasi inesistenti in questa giungla di megalopoli super caotica fatta di non sense ....Appena posso, andrò via definitivamente per tornare a vivere nella civiltà. Saluti.

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  2. Concordo pienamente....Io vivo da oltre 3 anni a Bogotá e da quando sono qui ho rischiato molte volte di essere" stirato" da questa orda di selvaggi che dal senso civico sono lontani anni luce. L' individualismo- egoismo del colombiano e dei sudamericani in generale, non l' ho riscontrato per es. nell' Europa anglofona, dove educazione stradale e non solo quella non ha nulla a che vedere alla colombiana e latinoamericana. Per concludere, aggiungo,per ciò che sono gli otto secondi del semaforo:fosse solo una questione di semaforo regolato male...E a proposito di semafori :segnaletica stradale e strisce pedonali,inclusi semafori sono quasi inesistenti in questa giungla di megalopoli super caotica fatta di non sense ....Appena posso, andrò via definitivamente per tornare a vivere nella civiltà. Saluti.

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    1. ciao Tonio...in realtà ormai sono tornata in Italia da più di due anni...l'esperienza a Bogotà è stata...densa, difficile ma anche molto bella...hai ragione su molte delle cose che affermi nel tuo commento...anche se complessivamente io devo dire di essere tornata contenta e ancora oggi ho molta nostalgia delle persone che ho conosciuto lì e di tanti aspetti dei sudamericani che, pur essendo tanto diversi da noi, mi hanno commosso e affascinato...spero che anche tu possa scorgere qualcosa di buono in quella "jungla" caotica che però, a mio parere, sa anche nascondere molti tesori.
      buona avventura!

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