mercoledì 12 dicembre 2012

Questo posto

Ultimamente poi mi rendo conto che questo posto mi è utile.
Per "questo posto" intendo: questo posto qui. Il blog, dico.

Primo: perché era nato per raccontare cose ad amici, parenti e fan in Italia, semplicemente, ma invece mi accorgo che è una cosa che mi aiuta di più a guardare, ad accorgermi di quello che c'è. Che poi forse è quello che succede sempre, quando si scrive.

Secondo: perché mi aiuta a selezionare e a giudicare. Non tutto quello che vivo lo scrivo qui. Questo non è il luogo adeguato per molte delle cose che vivo, che invece scelgo di non raccontare o di raccontare, personalmente, ad alcuni, scelti, via mail o via Skype o quel che è.

Scegliere é un'operazione interessante. Tra tutte le cose che capitano nella giornata o che osservo o che mi colpiscono, ne scelgo una. Non significa che le altre non siano importanti, ma ne scelgo una. Do spazio a un aspetto, lascio che esso diventi per tutti. E altri li conservo, me li tengo nella testa o nel cuore e aspetto.

Come dice Calvino, in questa frase bellissima e famosa, che vi regalo, se per caso non la conoscete:

« L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.»
(Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)

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