lunedì 17 giugno 2013

notte prima degli esami (cit.)

Se di lavoro fai la professoressa e alla fine dell'anno ti tocca fare la commissaria agli esami, questa è proprio una cosa bellissima.

cioè. è difficile, stancante, stressante e tutto il resto, certo, chi dice di no.

però è proprio bello.
innanzitutto perché ti ribalta tutto.

cioè, voglio dire: quei ragazzi lì, quelli contro i quali fino al giorno prima hai inveito, sbraitato, scagliato gomme. quelli che hai massacrato di insulti, arrabbiature, voti infami, note.
quelli che ti hanno dato del filo da torcere, che ti hanno deluso, stancato, stressato...
quellilì, insomma, che fino al giorno prima erano solo i tuoi alunni...
dal giorno che cominciano l'esame diventano tuoi e basta.

sono tuoi in un modo in cui lo erano anche prima, ma l'esame lo fa diventare evidente in un modo imbarazzante.

sono tuoi anche quelli che ti stanno antipatici, quelli che non hanno mai studiato, quelli che "potrebbero dare di più ma non si applicano", quelli che non stavano mai zitti, quelli che cercavano di fregarti, che non facevano i compiti, che copiavano nelle verifiche.

sono tuoi e basta, punto.

e tu ti ritrovi a fare il tifo per loro, per ciascuno.
ti ritrovi a girare tra i banchi alla ricerca di errori da correggere di nascosto dal presidente di commissione, di suggerimenti da dare, di sorrisi incoraggianti da sfoderare...

e quando si corregge ti ritrovi a valorizzare ogni virgola, ogni parola che anche solo minimamente abbia dentro un respiro buono, e tiri fuori dalla memoria gesti, episodi, fatti, anche minuscoli, a testimonianza del bene che sono, che c'è in loro, anche nel "peggiore" di loro, anche di quello che ti ha fatto penare fino al secondo prima. anzi, se è possibile, quellilì, i peggiori, sono ancora più tuoi degli altri.

insomma, è una cosa bella, questa, perchè è come se, finalmente, dopo tutto il tempo in cui li hai accompagnati, diventasse evidente lo scopo: non li hai accompagnati perché fossero perfetti, nemmeno perché fossero migliori e, tutto sommato, nemmeno (solo) perchè imparassero delle cose.

li hai accompagnati perchè ci sono, e sono stati affidati a te.
e questa è l'unica ragione sufficiente per volergli bene e sostenerli fino all'ultimo, al di là dei meriti.

e basta.


3 commenti:

  1. hai detto in odo stratosferico cosa significa avere la grazia d avere dei figli.
    sei unospettacolo
    molto amati

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  2. Non so se hai una vaga idea di cosa sia per una studentessa (che ha gli esami l'anno prossimo ma ne ha uno il 30 agosto per poter fare l'anno prossimo) leggere una roba così.

    F.

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    1. F:...uhm...a dire la verità...no...in che senso?

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