martedì 18 giugno 2013

periodo ipotetico dell'impossibilità

vorrei tanto dirvi che ora abbiamo l'acqua calda.

vorrei proprio tanto.
ma tanto tanto, eh.

vorrei scrivere un post su quanto può essere bello accorgersi delle piccole cose che quotidianamente diamo per scontate, quando vengono a mancare. e di quanto si riapprezzano infinitamente, quando poi, finalmente, ce ne riappropriamo...

avrei proprio voluto.
dopo 4 settimane mi sembrava anche che fosse arrivato il momento, insomma.

invece no.
niente.

che poi.
si vive anche senza acqua calda, voglio dire.
non è quello il problema.

il problema è la speranza continuamente disillusa.
quello, sì, taglia le gambe.

la tizia che ti dice: non si preoccupi, oggi vengono a ripararla.
(da quattro settimane, tutti i giorni)
e tu tutti i giorni ci credi, ci speri, ti illumini nella consapevolezza che, finalmente, stasera laverai i piatti con una temperatura accettabile.
o potrai fare una lavatrice senza andare a chiedere ai vicini, cose così, minuscole, ma tanto confortanti.
invece arrivi a casa e
NIENTE
è
SUCCESSO.

è questo, che è snervante.
le promesse mancate uccidono.

2 commenti:

  1. Tipo: Godot won't come today. He'll come tomorrow. Ma non arriva mai. Tu ti senti più Vladimir o Estragon? ;)
    Contenta per il tuo ritorno il prossimo a.s. !

    Your colleague, G.M.

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  2. Ah,visto che finalmente riesco a scrivere qui, volevo dirti che quanto hai scritto sulla bella Colombia con aneddoti vari, avventure e disavventure roccambolesche talvolta, mi ha fatto respirare l'aria certamente contraddittoria ma unica e specialissima della mia amata Colombia. Entonces gracias querida y dîsfruta el tiempito que queda hasta tu regreso!
    Salutaci tanto il padre Marco e se hai modo anche Iano e Melba,Chiara N. e la nostra amica Luz Dary,neo-nonna.
    baci, Giusi M.

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