sabato 6 ottobre 2012

il centro (le contraddizioni)

io oggi, noi, siamo andate in centro.
che io era la prima volta che ci andavo, in centro.
il centro, contrariamente a quanto siamo abituati noi in occidente, nelle grandi città sudamericane NON è una zona "in".
anzi.
diciamo che è una zona popolare.
è pieno di negozi e di gente, sì.
ma non è un luogo molto sicuro.
per dire: molti dei miei studenti, ovviamente soprattutto di quelli più ricchi, pur essendo di Bogotà, in centro non ci hanno mai messo piede.
è una zona abbastanza pericolosa, soprattutto per i turisti.
avrei voluto fare un sacco di foto, ma non era il caso, così ne ho fatte pochissime.
comunque.
mi ha impressionato, quello che ho visto.
siamo andati a mangiare in un posto dove ci hanno preparato dei piatti tipici paisa, che è una regione della Colombia.
buonissimo, tutto.
eccetera.

però.
non so.
ho visto tante cose, tantissime, così tante che mi sembra che gli occhi mi trabocchino.
ora di seguito faccio un elenco disordinato e veloce, perchè poi disordinato e veloce era anche il modo con cui era il posto.
e dunque ho visto: persone sedute tutte in fila che giocavano a scacchi, artisti di strada, musica da tutte le parti (soprattutto salsa), venditori ambulanti praticamente di qualsiasi cosa (dvd e cd pirata, borse, guanti, stringhe per scarpe, peluches, e un mucchio di altra roba), persone che passeggiavano elegantissime, cinema, negozi, ristoranti, luci elettriche dappertutto, anche sopra la testa, ma soprattutto, la cosa che più mi ha impressionato, è stata vedere la miseria.
tanta.
ma tanta, però.
ovunque, ma davvero ovunque, negli angoli delle strade, sui marciapiedi, tra la folla che camminava, c'era gente vestita di stracci, logora, sporca, misera. gente che cammina trascinandosi dietro un sacco nero della spazzatura con dentro le sue cose o, a chi va un po' meglio, un carretto di legno.
tantissima miseria che camminava per strada senza essere degnata di uno sguardo.

al ritorno, sul transmillenio, tutta quella miseria che mi aveva attraversato lo sguardo mi esplosa e ho pianto.
poco, perchè io piango pochissimo, in genere.
e nascondendomi un po', perchè mi vergognavo.

ma vi assicuro che era una vista quasi insopportabile.

ora io non ce l'ho una risposta per quello che sto vedendo qui.
la cerco e non ce l'ho, non la trovo.
anche perchè non sono le cause di tutto questo a poter rispondere alle mie domande.
le cause sono una cosa.
le risposte un'altra.

io le risposte non ce le ho.
ma qualcuno deve pur avercele, per forza.
e un giorno dovrà spiegarmi, per filo e per segno.
io non mi accontento di meno, dopo oggi.

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