giovedì 18 ottobre 2012

Studio di segni

Io, che ormai son due mesi tondi tondi che giringiro da queste parti a novemilanovecento e passa chilometri dai miei 25 lettori...io -dicevo-, notante i due mesi, che non son poi pochi, ancora, con la questione del fuso orario ho qualche problema e tutta la faccenda di per sè mi incuriosisce e la trovo molto interessante.

Ad esempio, qui ora è mattina, che la giornata scolastica è praticamente appena iniziata e io mi fermo, ci penso, faccio il conto (più sette) (conto, con le dita delle mani, che io con la matematica ci ho litigato da piccola, lo sanno tutti) e poi viene fuori il risultato che è: dalle parti dei miei 25 lettori è già pomeriggio. Inoltrato, quasi.

E mi rimane sempre una sensazione strana, davanti a questo fatto, a cui non riesco ad abituarmi.

E i tempi della vita e della giornata prendono il sapore dello studio dei segni.
Che mi perdonino, davvero, i matematici o fisici o simili che leggono queste parole.
Che ora io non mi ricordo bene, mi pare fosse per risolvere i sistemi di equazione o una cosa del genere...che a un certo punto si faceva questo schemino +,-, + eccetera e si guardavano le intersezioni o non so bene come si chiamavano e insomma, la soluzione di tutto quanto stava lì, dentro quello schemino.

(Che io infatti sbagliavo tutte le volte)

Tutto questo solo per dire che è una cosa strana, vivere a fusi orari così distanti.
Che quando io ancora sto dormendo voi state già mangiando, parlando, muovendovi nel mondo.
E quando poi voi la sera guardate un film e andate a letto, io sono ancora a metà della giornata.

È una cosa strana, davvero, insomma. Non ci si abitua.
Senza contare che è davvero scomoda.

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