domenica 14 ottobre 2012

ll gran mare verde

Ordunque.

Tornate, sane e salve.
Il Llano, detto anche "il mare verde" è un posto incredibile.
Ci si arriva in macchina, da Bogotà, in circa tre-quattro ore.
La strada per arrivarci è una sola, motivo per il quale all'andata ci abbiamo messo una cosa come bho, non lo so, a un certo punto ho perso il conto, secondo me 6 o 7 ore, credo: c'erano dei lavori in corso e siamo rimasti fermi in coda per un tempo indicibile.

Detto questo.
Primo: per andarci si attraversa tutta la città fino al sud, che è la parte più povera.
Ho visto cose che avrei preferito non vedere.
In effetti la parte più sud di Bogotà è impressionante: un ammasso di case in cemento e lamiere, strade non asfaltate, bambini a piedi scalzi, gente vestita di stracci.
La tipica immagine di una favela, con l'unica differenza che sì, occhei, le case sono di mattoni (quasi interamente). Non c'è corrente elettrica, quelli che abitano vicino ai pali della corrente riescono a rubarne abusivamente un po' e infatti è un tripudio di fili che ricoprono il cielo dalla strada principale verso le strade più interne.

Ovviamente noi ci siamo passati in macchina, coi finestrini chiusi e le sicure abbassate.
Non sono quartieri dove uno straniero possa mettere piede.
Mai.
A nessuna ora del giorno.
Per nessun motivo.

Dopo posto delle foto che ho fatto dalla macchina, mi perdonerete la scarsa qualità.

Invece il Llano è questa pianura gigantesca e verde verde verde.
Fa un caldo torrido e molto umido, quasi si fatica a respirare (almeno io), l'impressione era di stare in una serra gigantesca.
Non esiste (quasi) l'acqua calda ed è pieno di piscine.
Questo è il periodo delle piogge e dunque la sera, verso le cinque, cominciava a piovere (la parola più corretta sarebbe diluviare) e andava avanti tutta notte.
Ho visto dei fiori incredibili e anche degli animali simpaticissimi. Ad esempio i tucani o degli altri uccellini completamente gialli o anche una lucertola gigante che non mi ricordo come si chiama.

I Llaneri sono gente molto sorridente, molto accogliente, parlano tantissimo. E poi sono belli: hanno la pelle di un colore bellissimo, dei tratti molto dolci, spesso gli occhi leggermente a mandorla.
Wilmar mi ha insegnato a suonare il cuatro, che è una specie di Ukulele ma più grande ed è uno degli strumenti musicali tradizionali, insieme all'arpa e alle maracas.
La musica Llanera è molto bella, ritmatissima e colorata.

Ci ha ospitato Melco, un signore che ha un'azienda di formaggi e latticini (fanno dei dolci squisiti), la sua casa era bellissima.

E dopo ecco, non so.
Ora sono stanchissima.
Fortuna che domani qui è festa (scoperta delle Americhe), per cui ho il tempo di riprendermi prima di ricominciare con la scuola.


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