domenica 21 ottobre 2012

Uno squarcio di paradiso

Allora stamattina, nonostante sia domenica, sveglia alle sei.

Si va all'open day del San Riccardo.

Dato che saremo a più di tremila metri di altezza, dicono di coprirsi, roba pesante. Maglioni di lana e via dicendo.
In realtà poi c'era un sole che spaccava le pietre, per cui grondavamo di caldo e io è un miracolo che non mi sia presa un'insolazione.

Detto questo.
Abbiamo attraversato la città fino al sud e siamo entrati in uno dei quartieri poveri (ovviamente in macchina).
Il San Riccardo, visto da fuori, sembra un carcere (dopo metto foto). E tutt'attorno il livello di miseria è davvero agghiacciante.

Ma quando siamo entrati e abbiamo cominciato ad assistere allo spettacolo preparato dai bambini e poi a girare per le classi (scuola materna, elementari e medie) e a vedere quello che avevano preparato...bhè....è stato impressionante.

Aveva ragione la mia alunna Juliana (che era con noi è continuava a chiedermi: allora, cosa dici? Ti piace?)

Due punti: nella miseria e nella contraddizione vedere quei bambini è stato come vedere un angolo di paradiso. Un nuovo inizio. La possibilità di un cambiamento.
Non si è definiti, mai, dalla circostanza in cui si vive, anche quando questa appare terribile e quasi disumana. Si è definiti dall'amore di cui siamo amati e dal compito che ci viene affidato, quando lo riconosciamo e siamo disponibili ad esso.
E l'educazione è l'unica strada, davvero, mi sembra.
O per lo meno è una strada privilegiata, per aprire un varco, uno squarcio di paradiso possibile dentro quello che sembrava inferno.

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