venerdì 23 novembre 2012

Ricordatemi di non farlo mai più: chè ieri sera siamo state a cena con un gruppo di italiane.
Stupendo, ora vi racconto.

Solo che era una sera che il giorno dopo (oggi) si lavora.
Che poi sta settimana, per giunta si lavora anche domani che è sabato (sgrunt), che abbiamo la consegna dei pagellini di metà quadrimestre.

E, dicevo, siamo uscite a cena e abbiam fatto l'una di notte.
Che tu dici: eh, vabbè, che problema c'è?
Già, dici così perchè non ti ricordi che il giorno dopo la sveglia mica è alle sette o alle otto, è alle cinque e mezza, porcamiseria. (cinque e mezza, sottolineo).
E con 10 ore lavorative di seguito a prosecuzione.

Quindi, dicevo, ricordatemi di non farlo mai più, per favore.
Che oggi sono praticamente in coma.

Detto questo.
Siamo state a cena a casa di questa giovane donna italiana con altre più o meno giovani donne italiane.
Un gruppo piuttosto eterogeneo, non ho ancora capito bene come si è formato, comunque.
La padrona di casa è di Orvieto ed ha sposato un italiano che possiede tutti i centri Figurella del sudamerica, non so se rendo l'idea.
Avreste dovuto vedere la casa.
Comunque.

Poi c'erano un'altra serie di personaggi assortiti.
Tutte donne.
Tutte italiane.

A parte il fatto che abbiamo mangiato divinamente (e fino a scoppiare).
La cosa che mi ha sopreso e impressionato era l'eterogeneità delle persone presenti: una materana, due riminesi, una cremonese, io (milanese), una romana, una orvietana, una catanese...insomma, c'era tutta Italia o buona parte.
Ed era bello e sorprendente ritrovarsi a chiedere: e tu cosa ci fai qui, in colombia, a novemilanovecentoepassa chilometri dalla tua terra, dalla tua famiglia, dalle tue origini....?

Ritrovarsi ad ascoltare risposte così diverse, così uniche.

Rendersi conto dell'unicità che è ogni persona, ogni storia, ogni cammino.

Poi vabbè, ovviamente abbiamo riso come adolescenti a un pigiama party.

E comunque, davvero, ricordatemi di non farlo mai più.
Non in settimana.

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