martedì 27 novembre 2012

no season

C'è questo aspetto che comincia a pesarmi: la mancanza delle stagioni.

Non esistono inverno, primavera, autunno o estate, in Colombia.
All'equatore niente stagioni.
Non ce la fanno, ad esistere.

La temperatura può anche cambiare parecchio nel corso della giornata.
Se esce il sole può anche far caldo e si sta in maglietta. Ma se arriva una nuvola possono servire anche sciarpe e calze di lana. Io, per dire, ho quasi sempre su un maglione di lana.

La notte si dorme col piumone, anche se nelle case il riscaldamento non esiste proprio.

Però le stagioni, quelle: assenti. Non pervenute.
Comincia a mancarmi l'inverno alle porte, la promessa dell'estate poi, il desiderio di nuovo del freddo ancora poi.
Da mesi, da quando son qui, sembra di essere sempre in un autunno indeciso e senza foglie secche che non ha la forza per trasformarsi in nient'altro.
I giorni sembrano uguali, identici, fortuna che ogni tanto piove.
E che le cose accadono.
Per cui non ti sbagli: lo sai che il tempo sta passando.

Però non avete idea della tenerezza e dello struggimento, ieri, quando una mia alunna mi ha detto di non aver mai visto la neve. Cioè, di non averla mai vista cadere.

Che dico: non si conosce la poesia fin quando non si vede la neve cadere.
Mi sbaglio?
No, che non mi sbaglio.

2 commenti:

  1. in effetti, vedere la neve che cade è un ottimo presupposto per conoscere la poesia.

    ma anche passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire!

    ^-^

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  2. @jean eccetera: eh, bella forza, ma qui battisti mica ce l'hanno, ascoltano salsa e rumba tutto il tempo, da ste parti! (un incubo, non hai idea...)

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