lunedì 12 novembre 2012

De amicitia

Ieri sera abbiamo invitato un po' di studenti del liceo qui, che sotto casa abbiamo un salone grande, a vedere un film insieme.

Abbiam visto Quasi amici, che é un bellissimo film, secondo me.

Ho invitato Juliana.
Alla fine della serata si é avvicinata quasi in lacrime e mi ha detto:
Sai, durante tutto il film ho pensato alle amiche che ho conosciuto gli anni scorsi, le italiane, che ora sono tornate in Italia e a quanto mi mancano. Poi a un certo punto mi sono accorta che ero seduta di fianco a te. Che quando tu sei arrivata qui, io non ti volevo conoscere. Perché pensavo: andrà a finire come con le altre italiane. Che siamo diventate amiche, poi loro sono tornate in Italia e mi hanno lasciato qui sola e ora mi mancano. Mentre lo pensavo mi sono di nuovo accorta che tu eri seduta di fianco a me. E che noi stiamo diventando amiche. E che questo significa che anche se loro mi mancano questo vuol dire che non é vero che sono sola. Io non sono sola mai. Perché sempre mi viene regalato qualcuno. Per me questa ora sei tu.

Poi mi ha abbracciato.
E io ho pensato che aveva ragione.
E che per me era uguale: mi viene regalata Juliana e questo non toglie niente alla mancanza che sento dei miei alunni italiani, in questi giorni poi in maniera particolare, da dopo l'incidente. Ma rende molto evidente che non sono lasciata sola, mai.

La realtà di una sedia accanto alla tua, con seduta sopra una persona, è molto più grande, vera e forte di qualsiasi pensiero o percezione di sé.
Per fortuna la realtà c'é. Ed è la mia migliore alleata.

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