lunedì 10 settembre 2012

una disponibilità a qualcosa di possibile.

Oggi un mio studente di terza media ha scritto, nel primo tema dell'anno, una cosa che mi ha lasciata secca.

Daniel (si chiama), che i primi giorni di scuola aveva tutta questa espressione scura in viso e si teneva i capelli lunghi fin davanti agli occhi e guardava sempre da sotto in su, un po' mascherandosi, un po' riparandosi, come impaurito o infastidito, non saprei dire.

Nel tema scrive, più o meno, così: ho iniziato l'anno pensando che non ce l'avrei mai fatta e che non avevo voglia, soprattutto. E quindi non ce l'avrei mai fatta. Punto.
Poi il professore di educazione fisica, durante la prima lezione con la nostra classe dice una cosa. Dice: "tutto quello che voi siete disposti a fare è possibile(e scrive queste due parole passandoci sopra la penna due volte, non una, due, così che le parole risultino in grassetto, se così si può dire) e continua: da quando lui ha usato queste due parole io ho cominciato a pensare che l'anno che stava iniziando poteva essere qualcosa di diverso e nuovo rispetto a quello che io pensavo e credevo di sapere. E' stato come svegliarmi.(anche questa parola la scrive due volte, in grassetto).

Ecco.
Io dico che di questo ho bisogno, sempre, come Daniel.
Di iniziare la giornata con negli occhi la disponibilità a qualcosa di possibile.
Perchè è la cosa che cambia tutto, sempre.

[comunque io faccio il lavoro più bello del mondo, sapiscìtelo]

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